CATANIA – Una lunga agonia. E’ quella che aspetta Catania e il suo consiglio comunale, alla luce dei risultati delle elezioni regionali che, di fatto, non solo incoronano il centrodestra come coalizione vincitrice, ma ridimensionano il Partito democratico e le sue velleità di governo. Anche di quello attuale della città dove Enzo Bianco, di fatto, dopo il voto si trova isolato. Anche perché, l’ampia coalizione che, nel 2013, gli permise di trionfare senza passare nemmeno dal ballottaggio, oggi non esiste praticamente più.
Non c’è il Pd forte, ma un partito che alla regione non riesce a ottenere neanche il 15 per cento; non c’è Lino Leanza, i cui uomini sono confluiti all’interno del partito democratico o dispersi in altri rivoli. Non ci sono gli ex lombardiani, tornati nel centrodestra per le regionali del 5 novembre e che oggi, alla luce dei risultati, difficilmente cambierebbero nuovamente collocazione. Non c’è più Renzi che, dopo il flop del partito di cui è segretario, difficilmente si farà rivedere in città.
Il primo cittadino dunque, potrebbe poter trovarsi mani e piedi legati, per portare avanti anche l’ordinario. Senza maggioranza, con una Giunta che conta più di un esponente vicino agli ex articolo 4, con alleati ridimensionati dal voto regionale e all’interno di un partito in caduta libera di cui Bianco rappresenta la parte minoritaria. Il Pd, da oggi ancor più che in passato, all’ombra dell’Etna e in generale in Sicilia, è ben rappresentato – 30 mila voti – da altri. I nemici, quelli che, in questi ultimi anni, erano considerati corpi estranei alla compagine democratica, oggi veri padroni del partito siciliano. Che al Palazzo degli Elefanti ha numeri e uomini. Tanti.
In Consiglio comunale, ad esempio. Qui in maggioranza e in opposizione i consiglieri riconducibili a Luca Sammartino sono anche di più di quelli noti, con avvicinamenti veri o strategici di ex fedelissimi di Bianco, tra cui la presidente del Consiglio, Francesca Raciti. Questo potrebbe portare ad alcun risultato in termini di delibere,
Ma sono anche altri i numeri con i quali, se volesse, il medico catanese più votato all’Ars potrebbe decidere di governare la città. O di non farlo, adesso, per prepararsi alla conquista del Comune tra sei mesi.
Per la quale, comunque, dovrà fare i conti con il rinnovato centrodestra, che a Catania ha dimostrato di poter puntare a Palazzo degli Elefanti. Cosa che sanno bene i suoi rappresentanti che, con le schede elettorali ancora da scrutinare per intero, già pensavano alle amministrative. Lo ha fatto il senatore di Forza Italia, Enzo Gibiino, “il successo alle regionali – ha detto – per quanto ci riguarda, è rilevante anche per il rinnovo di Comune e Provincia”, e lo ha fatto il sindaco di Caltagirone, Nello Ioppolo. “Adesso ci prepariamo alle prossime amministrative a Catania, non c’è alcun dubbio che il centrodestra avrà tutto il diritto di rivendicare un suo sindaco e sono convinto che potrà farlo sulla scorta di questo nuovo modello Sicilia, un modello-Musumeci”