Catania, Ttraffico reperti, tra indagati responsabili di case d’asta

Traffico di reperti, tra gli indagati anche responsabili di case d’asta

Gli interrogatori. Oggi l’esame di una donna al centro di una vendita di monete all’asta a Londra

CATANIA – Sono iniziati ieri mattina i primi interrogatori dei 55 indagati per cui la Procura di Catania ha chiesto misure, di custodia o obblighi di firma, per un presunto traffico internazionale (e nazionale) di monete e reperti archeologici.

Da ieri hanno cominciato a sfilare dinanzi al gip Simona Ragazzi, nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Fabio Scavone e dal sostituto Giovanni Gullo. Dalle carte dell’inchiesta intanto emerge che tra gli indagati ci sono anche i responsabili di alcune case d’asta. Uno, in particolare, che vive fuori dalla Sicilia, dovrebbe comparire oggi in videoconferenza. Sarà interrogato.

Gli esami degli indagati proseguiranno anche nei prossimi giorni. Sinora, secondo quanto è emerso, la maggior parte degli indagati avrebbe scelto di rispondere al giudice, respingendo le accuse o fornendo la propria versione dei fatti.

L’accusa per il responsabile di una casa d’asta

Il responsabile di una casa d’asta italiana è accusato di concorso nella ricettazione di beni culturali, per aver venduto “200 monete archeologiche perlopiù emesse da zecche siciliane”. Monete che secondo gli inquirenti proverrebbero, per l’appunto, dal reato di ricettazione. L’accusa risale all’ottobre del 2022. Va precisato, per lui come per tutti gli indagati, che si tratta di ipotesi ancora neanche oggetto di una misura, dato che prima si devono svolgere gli interrogatori.

Il caso dell’asta a Londra

Oggi comparirà dinanzi al gip anche una donna 53enne residente in Germania. Secondo la Procura sarebbe al centro, assieme a un uomo di Piazza Armerina, della clamorosa vendita all’asta di 53 monete archeologiche, aggiudicate alla somma complessiva di 82.095 sterline. Sarebbe avvenuto a Londra, tra luglio e settembre del 2022.

Secondo l’accusa, i due avrebbero sostenuto che le monete erano “provenienti da una collezione”. Sempre loro due sono accusati di aver comprato a 21 mila euro da altri indagati, due monete per venderle a case d’asta. Questo sarebbe avvenuto nel maggio 2022.

La donna, assieme al piazzese, è accusata inoltre della ricettazione di 46 monete archeologiche, soprattutto siciliane di epoca greca e di provenienza illecita. In questo caso le monete sarebbero state trasferite a Monaco di Baviera e cedute a una casa d’asta. Qui la vendita a 42.285,00 euro, nell’ottobre del 2021.

In viaggio con i reperti

C’è poi un’ipotesi di traffico di reperti archeologici, perché i due sono indagati per aver trasferito in Germania, partendo dalla Sicilia e transitando dal territorio austriaco, quattro monete archeologiche. Di questo, quantomeno, è convinta l’accusa.

Vari reperti numismatici, tra cui una statuetta di bronzo di epoca greco-tardo classica/ellenistica raffigurante Eracle con la clava e la leonè. E ancora, tra l’altro, una litra di Siracusa, un bronzetto siceliota risalente al 350-270 a.C.. Sarebbe avvenuto nella primavera del 2022.


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