Trapani, dipendenti sfruttati: ai domiciliari due "cinici imprenditori"

Trapani, dipendenti sfruttati: ai domiciliari due “cinici imprenditori”

Gli arrestati, tutti nisseni, sono i titolari di un Brico Market

TRAPANI – Hanno sfruttato il bisogno economico dei loro dipendenti, e il gip che ha firmato l’ordinanza che li ha condotto ai domiciliari (col braccialetto) li ha indicati quali “cinici imprenditori”. Gli arrestati, tutti nisseni, sono i titolari di un Brico Market aperto appena l’anno scorso alla periferia di Trapani: sono i fratelli Gery e Peppino Di Piazza, 50 e 46 anni, titolari della società che ha sede in provincia di Caltanissetta, a Mussomeli, e che gestisce il centro commerciale. Con i due imprenditori sono stati arrestati il contabile Giuseppe Ruggieri, 48 anni e Marco Rosario Polizzi, 35 anni, incaricato a sovraintendere ai dipendenti, anche loro di origine nissena. Quella emersa è una forma di “moderna schiavitù”.

Intercettazioni e video riprese

Uno spaccato incredibile quello venuto fuori dalle indagini condotte anche attraverso intercettazioni e video riprese. Diciannove lavoratori, assunti attraverso una società di lavoro interinale, non coinvolta nell’ indagine, che per avere e mantenere un posto di lavoro, hanno accettato di lavorare anche 70 ore alla settimana sebbene il loro era un contratto part time, per quattro ore giornaliere e 24 ore settimanali e le norme contrattuali del comparto prevedono un massimo di 48 ore settimanali. Invece lavoravano, per sei giorni alla settimana, tra le 10 e 11 ore al giorno, anche nelle ore notturne, per uno stipendio mensile pari a 500 euro, per nulla rispondente alle attività svolte. Insomma una paga da meno di 2 euro all’ora.

Assunti come commessi e magazzinieri, di fatto sono stati visti fare i manovali durante la costruzione del centro commerciale, o ancora i vigilantes di notte, e lavorare privi di qualsiasi protezione a proposito di sicurezza nei posti di lavoro, dovendo talvolta muoversi su strutture sopraelevate, a diversi metri di altezza, senza protezioni. La difficoltà a trovare un’altra occupazione , ha indotto i 19 lavoratori ad accettare anche iniqui trattamenti.

Il provvedimento del Gip

Il gip nel suo provvedimento li ha indicati quali parte offese. Costretti a piegarsi ai voleri dei datori di lavoro, pur di non perdere il posto di lavoro e quindi riuscire a portare anche quel misero guadagno a casa. I lavoratori  sono stati sentiti durante le indagini, e non sono stati in silenzio: hanno raccontato ai poliziotti delle loro vicissitudini. Trattati più che male, niente ferie o riposo settimanale, pagamento degli straordinari pagati nemmeno a parlarne, anzi quando qualcuno si lamentava i titolari del centro commerciale  con loro andavano giù in maniera pesante, “siete dei numeri …siete animali e cose inutili…ne trovo cento meglio di voi non siete in grado di lavorare”. E loro, che attraverso quella assunzione erano usciti da un profondo disagio economico, taluni vivevano ai limiti di una soglia di povertà, sempre con la schiena piegata a lavorare e anche accettando circostanze parecchio degradanti.

Brignone: “I fratelli Di Piazza cinici imprenditori”

Il gip, giudice Caterina Brignone, è stato severo con gli indagati: scrivendo sul conto dei fratelli Di Piazza ha evidenziato come “scientemente hanno approfittato dello stato di bisogno dei loro dipendenti…cinici imprenditori che approfittando di un esercito di lavoratori disoccupati cui potere attingere e in spregio alle più basilari norme di tutela del lavoro, sono riusciti nell’intento di indurre e costringere tutti i lavoratori impiegati a sottostare a pessime condizioni di lavoro al fine di massimizzare il profitto”.

Lavoratori che non avevano nemmeno a disposizione dei servizi igienici per i bisogni fisiologici, se proprio dovevano andare al bagno dovevano recarsi in un bar vicino o addirittura raggiungere un altro centro commerciale della stessa catena aziendale distante cinque chilometri. Una delle dipendenti proprio per aver trattenuto i propri bisogni è finita in ospedale.

Le indagini

I due fratelli Di Piazza pare fossero soliti comportarsi in questa maniera, la Polizia ha accertato che sempre per sfruttamento dei lavoratori erano stati oggetto di una indagine per un centro commerciale aperto a Delia (Caltanissetta), alcuni ex loro dipendenti hanno anche riferito che analoga condotta sarebbe stata posta in essere nella gestione di un altro market del fai da te aperto a Castelvetrano. Indagini non ancora concluse. Ci sono da approfondire gli aspetti venuti fuori dagli accertamenti condotti dai Carabinieri del Nil (nucleo ispettori del lavoro) a proposito di violazioni in materia di sicurezza sul lavoro e di omissioni contributive che allo stato pare superino i 50 mila euro.

I Carabinieri del Nil hanno agevolato le indagini della Squadra Mobile, tanto che gli indagati erano convinti che gli accertamenti in corso riguardavano gli aspetti della sicurezza sul lavoro, ma anche in questo caso avevano pianificato una strategia per resistere agli accertamenti. Parlando con il responsabile del centro commerciale, dopo un accesso del Nil, il contabile della società Giuseppe Ruggieri, è stato sentito consigliare, “a queste persone quando vengono meno carte gli dai meglio è”.


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