Scontro Damiano-Fazio | sul tesoretto di 42 milioni - Live Sicilia

Scontro Damiano-Fazio | sul tesoretto di 42 milioni

Il sindaco di Trapani, Vito Damiano

Scontro tra il sindaco e il suo predecessore. Rimpallo di responsabilità anche sullos foramento del Patto di stabilità.

TRAPANI – Il Consiglio comunale approva il conto consuntivo e si riapre lo scontro tra il sindaco di Trapani, Vito Damiano, e il suo predecessore Mimmo Fazio. La disputa è sull’avanzo di amministrazione di 42 milioni di euro e sulle responsabilità per lo sforamento del patto di stabilità. Per Fazio non ci sono dubbi. E’ tutta colpa di Damiano. Il Comune ha i soldi ma non sa spenderli, la versione del parlamentare regionale. Il Comune non può spenderli perché rischia di mettere in gioco il suo equilibrio finanziario, replica l’altro e sottolinea che lo sforamento del 2012 e figlio di quello del 2001, quando era Fazio ad amministrare la città. Ma per l’ex sindaco, che continua a fare il consigliere, i numeri del rendiconto dicono una cosa chiara: “Non è colpa mia, ma probabilmente Damiano me l’attribuirebbe, se l’attuale amministrazione è incapace, se l’attuale sindaco, ad un anno dal suo insediamento non è in grado di distinguere tra patto di stabilità, dissesto finanziario, avanzo di amministrazione e fondo cassa”.

Il Comune ha sforato il patto di stabilità sia nel 2011, con Fazio, che nel 2012, con Damiano. Ma quest’ultimo si giustifica così: “Incurante delle conseguenze che ne sarebbero derivate negli anni a venire ha dato fondo a tutte le risorse dell’ente per realizzare, se stesso, nelle grandi opere”. Ed ancora: “In vigenza di sforamento non si possono sostenere spese per investimenti perché portano dritto all’ulteriore sforamento per l’anno successivo, cioè al fallimento ed al dissesto finanziario”. Fazio incalza: “Gli ricordo che la mia amministrazione gli ha lasciato in eredità 25 milioni di euro di finanziamenti per opere pubbliche. Che fine hanno fatto?”. Damiano si difende: “Quando Fazio dice che i finanziamenti ottenuti dalla sua amministrazione non vengono spesi vuole fare solo del disfattismo sapendo bene che la mia amministrazione sta procedendo regolarmente, secondo un calendario ben preciso, e con referti periodici agli enti erogatori. Come sa bene che talune opere sono in fase di avvio entro breve tempo”.

Anche sull’avanzo di amministrazione di 42 milioni di euro le posizioni sono divergenti. Fazio lo considera una conferma del fallimento dell’amministrazione. Damiano invita ad una verifica del reale contenuto dell’avanzo e rimanda all’esame dei residui attivi e passivi. Difficile però convincere l’ex sindaco che è tornato a fare una domanda a Damiano: “Perché non prende atto della sua inadeguatezza e ne trae le conseguenze?”. Anche il sindaco ha una domanda: “Perché è animato da questo viscerale e primordiale sentimento di vendetta?”. Appena un anno fa i due erano dalla stessa parte. Fazio, nell’imminenza del voto, nominò Damiano nella sua giunta ed il candidato sindaco ricambiò designando Fazio nella sua squadra assessoriale. Lo stesso Fazio ed il senatore del Pdl Antonio D’Alì furono gli sponsor della sua candidatura. Ma la collaborazione tra Fazio e Damiano s’interruppe all’indomani del voto con un reciproco scambio d’accuse.


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