Trattativa, la Dda si ricompatta| Ma i mugugni restano - Live Sicilia

Trattativa, la Dda si ricompatta| Ma i mugugni restano

Un documento della Direzione distrettuale antimafia esprime "pieno e incondizionato sostegno ai pm dell'indagine". Resta aperto, però, il nodo della mancata circolazione delle notizie nell'ufficio.

Riunione a Palermo
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Il documento che “ricompatta” la direzione distrettuale antimafia non cancella critiche e mugugni. Serve a dare un’immagine di unità all’esterno, ma il malcontento resta.

Alla fine della riunione in Procura una nota ufficiale ribadisce il “pieno e incondizionato sostegno ai colleghi titolari dell’inchiesta sulla cosiddetta trattativa”. Eppure fra i 23 pubblici ministeri che hanno partecipato al vertice c’è chi ha ribadito, con toni decisi, che “così non va”. La circolazione delle notizie non c’è stata. Bisognerà capire se a placare gli animi basterà l’impegno assunto a “parlare di più fra colleghi e prima che le indagini arrivino alla conclusione”.

A tenere banco è stata la “mancata circolazione delle notizie” su un’inchiesta storica come quella sulla trattativa fra Stato e mafia. Sulla chiusura indagini c’è la firma del procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dei sostituti Antonino Di Matteo, Francesco Del Bene e Lia Sava. Non ci sono quelle del procuratore capo, Francesco Messineo, che continua a ribadire che “non è previsto che si vistino questi atti”. E non c’è quella del pubblico ministero Paolo Guido.

Nel documento conclusivo del vertice si ribadisce che i magistrati sono stati “oggetto di ripetuti attacchi esterni fondati su un’errata, se non inesistente, conoscenza degli atti e spesso ispirati da palesi intenti strumentali”. Le critiche piovute dalla politica non sono piaciute affatto. Se qualcuno pensa che “schegge impazzite della magistratura” abbiano voluto tirare in ballo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano “beh allora siamo tutti pazzi”, dice uno dei pm presenti alla riunione.

I magistrati “riconoscono senza riserve la correttezza dell’operato” dei colleghi che stanno indagando sulla trattativa Stato-mafia e “ribadiscono nel contempo la necessità della più ampia ed esauriente circolazione delle informazioni dell’interno della Dda”. Unità, reale o di facciata? Cova ancora la spaccatura nonostante il documento? “E’ stato preso un impegno a non fare trapelare all’esterno cosa sia successo nel corso della riunione. Non sarò certo io a non rispettarlo”, dice un pm. Frase che sembra andare in controtendenza con quel “clima sereno e costruttivo” descritto dalla nota che serve a serrare i ranghi della Dda contro gli attacchi esterni. I mugugni, però, restano.


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