Tremonzelli, mistero lungo 20 anni| Escalation di casi "anomali" a luglio - Live Sicilia

Tremonzelli, mistero lungo 20 anni| Escalation di casi “anomali” a luglio

L'Arpa ha monitorato per 5 mesi con due centraline l'area intorno al tunnel del mistero, sia in direzione Catania sia in quella di Palermo: nessun valore fa pensare alla presenza di un campo elettromagnetico. Eppure, nei pressi della galleria o al suo interno, i mezzi continuano ad andare in tilt.

PALERMO - IL CASO
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PALERMO – Dall’inizio dell’anno decine di auto sono andate in tilt, ma anche furgoni, camion, tir e motociclette. Poco prima della galleria di Tremonzelli, sia in direzione Palermo che in direzione Catania, proseguire il proprio percorso sembra ormai un tuffo nel buio. I casi “anomali” di macchine in panne, di impianti elettrici che vanno in corto circuito o di mezzi in fiamme sempre nei pressi dello stesso tunnel, in questi mesi sono infatti aumentati, alimentando un mistero ormai lungo vent’anni, sul quale i dubbi non trovano al momento alcuna risposta.

Tra realtà e superstizione, quelle che si sono create intorno al tunnel più lungo dell’autostrada A19, sono infatti delle vere e proprie leggende che trovano nei frequenti casi di “auto in avaria” o inspiegabili incidenti, parte di verità. Basti pensare che la scorsa settimana, al termine di una scia di strani episodi, l’ennesima auto è andata a fuoco. Una utilitaria apparentemente senza alcun problema, improvvisamente avvolta dalle fiamme prima di entrare in galleria.

Ma andiamo con ordine, perché con il traffico più intenso verso le località balneari, è stato proprio il mese di luglio a registrare una escalation di disagi nei pressi del tunnel di Tremonzelli. La circolazione è andata in tilt lo scorso 17 luglio per un’auto che si è improvvisamente fermata al centro della carreggiata in direzione Catania. Un’altra auto è andata in avaria dieci giorni prima, il sette luglio, mentre nei primi cinque giorni del mese, a rimanere in panne sono stati i conducenti di altre due macchine e di un furgone che viaggiavano in direzione Palermo.

Episodi simili si sono verificati il 24, il 3 ed il 2 giugno, così come il 14 e il 2 maggio. Il 24 marzo scorso, invece, è stata una motocicletta guidata da un siracusano a fermarsi. Le luci si sono spente, l’impianto elettrico non ha più dato segni di vita. Si trovava già all’interno della galleria, quando si è spenta e non è più ripartita. Ma gli episodi più eclatanti, sono purtroppo quelli che hanno messo seriamente in pericolo l’incolumità di chi si trovava nei mezzi andati in tilt. Basti pensare che nel 2011 la galleria è rimasta a lungo chiusa quando un autoarticolato Iveco che trasportava latte era andato in fiamme.

Nello stesso mese si verificò anche un incidente che fece una vittima: Giuseppe L’Episcopo, spirato in ospedale dopo uno scontro tra un furgone Fiat Scudo e un Tir Mercedes. Il 29 maggio dell’anno scorso se l’era vista brutta una scolaresca del liceo linguistico Giovanni Verga di Modica. Per alcuni anni si è parlato di una fonte di energia misteriosa che provocherebbe un’esposizione eccessiva a campi elettromagnetici, ma quello da tempo ha assicurato l’Anas è che la galleria viene alimentata con un sistema di illuminazione elettrico tradizionale e che nel corso dei numerosi sopralluoghi effettuati, non sono mai risultate dispersioni termiche, elettriche o elettromagnetiche. Un impianto che negli scorsi giorni è tra l’altro stato interessato da alcuni lavori di manutenzione da parte dell’Enel. Ciò nonostante, il sospetto della presenza di forti campi elettromagnetici ha reso necessario il monitoraggio di quell’area: ad occuparsene sono stati i tecnici dell’Arpa che il 20 agosto 2013 hanno installato due centraline.

La campagna di rilevamento è stata sospesa il 15 gennaio di quest’anno, visto che nulla di eclatante sarebbe emerso: “Le centraline – spiega l’ingegnere Salvo Caldara, dell’Arpa – sono state collocate all’ingresso delle due gallerie, sia in direzione Catania che in quella per Palermo. Secondo il range di alte frequenze da cento kilohertz a tre gigahertz, tipico delle telecomunicazioni, non possiamo parlare di dati rilevanti, perché non ne sono mai emersi di superiori a 5 o 6, ovvero il massimo su un metro per evitare rischi alla popolazione. E comunque – sottolinea – il rischio sarebbe plausibile con una esposizione di quattro ore e non è questo il caso, perché durante il nostro monitoraggio, soltanto intorno alla metà di novembre i valori sono stati lievemente superiori ad “1”. Insomma – aggiunge – si tratta di valori molto bassi, l’incompatibilità elettromagnetica che si sospetta nei pressi della galleria, non dipende da questi fattori”.


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