Trivellazioni in mare | "Distruggono l'ambiente" - Live Sicilia

Trivellazioni in mare | “Distruggono l’ambiente”

Giampiero Trizzino

Il presidente della quarta commissione, Giampiero Trizzino, lancia l'allarme: “Alcune compagnie distruggono l'ambiente e pagano appena cinque euro ogni anno per perforazioni di aree di un chilometro quadrato”. E Greenpeace attacca il precedente governo: “Finora la Regione è stata la grande assente”.

Seduta della commissione all'Ars
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PALERMO – Le trivellazioni nel mar di Sicilia al centro dell’incontro svoltosi  in commissione Ambiente all’Assemblea regionale siciliana, alla presenza di numerose associazioni ambientaliste. Il capitolo più bollente è quello della salvaguardia del mare antistante le isole Egadi. La legge impedisce le trivellazioni del suolo entro dodici miglia dalle aree marine protette, quali sono proprio le Egadi. “Il decreto Passera ha però riaperto la questione, che dovrà essere affrontata dal prossimo governo”, dice Giorgia Monti, responsabile campagna mare di Greenpeace.

Gli altri punti nevralgici su cui hanno messo gli occhi le compagnie petrolifere sono il braccio di mare fra Gela e Sciacca, e quello di fronte a Pozzallo. “Abbiamo illustrato i rischi che corre l’ecosistema siciliano – ancora Monti –, che crediamo debba essere valorizzato con il turismo. È fondamentale fare rete per fermare questo sfruttamento”. Negli scorsi mesi l’associazione ambientalista si era fatta portavoce di una campagna contro le trivellazioni off shore, firmata da 49 sindaci siciliani e da quasi 60mila cittadini. “Finora la Regione siciliana è stata la grande assente – dice Monti –, perché è vero che non ha potere di veto ma può dare un parere significativo e far la voce grossa con il governo nazionale. L’obiettivo deve essere quello di modificare il piano energetico varato dal ministero”.

E ad oggi ci sono undici autorizzazioni, tre concessioni e un permesso già concessi. “Da un momento all’altro potrebbe essere costruito un pozzo esploratorio a sud di Pozzallo”, ricorda l’esponente di Greenpeace. A commentare la situazione è il presidente della commissione Ambiente dell’Ars, Giampiero Trizzino: “È scandaloso, stanno distruggendo l’ambiente e senza che la Sicilia abbia il minimo ritorno. Basti pensare che alcune compagnie hanno franchigie per l’estrazione fino 50 mila tonnellate di greggio e che per la perforazione di aree di un chilometro quadrato pagano cifre assurde, valutabili nell’ordine di 5 euro l’anno”.

Mimmo Turano (Udc) si dice “molto soddisfatto dell’esito della riunione, che ha riconosciuto l’intuizione e il lavoro straordinario della Provincia di Trapani e dell’Università di Palermo, la cui azione congiunta è stata determinante per fermare le trivellazioni nei fondali del canale di Sicilia”. Dal rapporto realizzato dal professore Antonino Mazzola risultò infatti che i dati della relazione sull’impatto ambientale forniti dalla ditta che aveva fatto la richiesta per le trivellazioni erano riconducibili al mar Adriatico e non al Canale di Sicilia. “Non posso che aderire all’appello lanciato da Greenpeace per cercare di
 salvare una delle aree più ricche di storia e di diversità biologiche del Mediterraneo”, conclude il deputato trapanese. Un nuovo incontro con il governo, oggi assente in commissione, si svolgerà dopo le elezioni.


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