Turatevi il naso e andate a votare - Live Sicilia

Turatevi il naso e andate a votare

In questa tornata di amministrative i siciliani hanno tante ragioni per non avere più fiducia nella politica e disertare le urne. Ma...

Amministrative
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PALERMO – Oggi e domani 53 comuni siciliani sono chiamati al voto per le elezioni amministrative. Ed è facile immaginare che i siciliani abbiano tante, troppe ragioni per essere tentati dal disertare le urne. Lo spettacolo della politica siciliana non invoglia. L’ultima tegola caduta sulla sua barcollante immagine è quella dell’inchiesta palermitana sulla presunta corruzione elettorale che ha portato ai domiciliari un paio di deputati regionali, subito rimessi in libertà perché le esigenze cautelari erano improvvisamente cessate o forse per un incredibile scivolone giuridico, veniva loro contestato dalla procura un reato per cui non era applicabile la misura cautelare.

Ma al di là degli aspetti penali, tutti da verificare, l’inchiesta palermitana ha comunque raccontato un contesto sociale quanto meno deprimente. L’ennesimo scandalo dopo quelli dell’inchiesta su rimborsopoli all’Ars e dopo la lunga scia di arresti e indagini che negli ultimi anni hanno tormentato il parlamento regionale.

Ma non ci sono solo gli scandali e le inchieste ad allontanare l’opinione pubblica dalla politica. C’è anche un fallimento sostanziale della stessa nell’attività di governo. Un disastro generale che si traduce in indicatori economici deprimenti. E nella sensazione diffusa da parte dell’elettorato di una politica che non è in grado, ammesso che a queste latitudini lo sia mai stata, di risolvere i veri problemi dei cittadini, di dare risposte alle loro legittime aspettative. E ancora c’è un certo teatrino della politica, sempre più grottesco, che porta a situazioni surreali come quella che è andata in scena nella folle campagna elettorale agrigentina.

La disaffezione e la sfiducia dell’elettorato siciliano verso la politica si è tradotta alle ultime regionali in una diserzione di massa delle urne. Meno di un siciliano su due tra gli aventi diritto al voto si è recato in cabina elettorale in quella circostanza.

Oggi sono chiamate al voto città come Agrigento, Marsala, Gela, Enna. L’elettorato è chiamato a scegliere gli amministratori locali, l’interfaccia più prossima per una comunità. Quegli stessi amministratori che da tempo gridano la propria impotenza per via dei tagli imposti ai bilanci dei Comuni e delle difficoltà di interlocuzione con il governo regionale. Sindaci dalle armi spuntate, condannati alla quasi impotenza. Una ragione in più per perdere la voglia di scomodarsi a votarli.

Eppure, malgrado i limiti di questa classe dirigente e della stessa società siciliana, la democrazia e i suoi strumenti rimangono un patrimonio troppo prezioso per una rinuncia. E ogni voto libero che si perde nell’astensionismo raddoppia il peso di ogni voto clientelare. Ecco perché, ricordando la celebre frase di Indro Montanelli, non resta anche oggi che turarsi il naso, farsi forza e andare a votare. Possibilmente sforzandosi di scegliere con un po’ di criterio.


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