Tutino lascia i domiciliari | E si apre il caso disciplinare - Live Sicilia

Tutino lascia i domiciliari | E si apre il caso disciplinare

Dopo il no della Cassazione, la Procura ha chiesto la scarcerazione. Il chirurgo e medico personale di Rosario Crocetta attende le decisioni dell'Azienda ed è pronto a rientrare in servizio. l 28 ottobre scorso l'ufficio procedimenti disciplinari lo ha sospeso per sei mesi, ma la sua posizione è ancora al vaglio della Direzione generale.

La richiesta della Procura
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PALERMO – Matteo Tutino torna in libertà. Dopo il no della settimana scorsa della Cassazione all’annullamento dell’ordine di arresto, è stata la stessa Procura di Palermo a chiedere la scarcerazione del chirurgo plastico, una manciata di giorni prima del termine massimo di carcerazione preventiva.

Il medico di Villa Sofia sarebbe tornato libero il 29 dicembre prossimo per decorrenza dei termini di custodia cautelare. La richiesta dei pm è stata accolta dal Gip Ettorina Contino. Il solo obbligo di dimora basta a garantire le esigenze cautelari.

E oggi si aprirà un caso. Il chirurgo e medico personale di Rosario Crocetta ha fatto sapere all’azienda di essere pronto a rientrare in servizio. Il 28 ottobre scorso, però, la direzione generale su proposta dell’ufficio procedimenti disciplinari, lo ha sospeso per sei mesi. “La decorrenza dovrà essere stabilita con un provvedimento successivo”, si leggeva nella delibera. Cioè quando Tutino lascerà i domiciliari.

Ecco perché l’ex primario della Chrirurgia plastica indagato per peculato, falso, truffa e abuso d’ufficio, attende di conoscere le decisioni dell’ospedale palermitano. In un primo momento aveva deciso di presentarsi in reparto. Poi, ha scelto di comunicare all’azienda la sua disponibilità, d’intesa con l’avvocato Francesca Romana De Vita. Il manager Gervasio Venuti fa sapere che il caso Tutino sarà affrontato nelle prossime ore. Per applicare la sospensione decisa in ottobre servirebbe, sostiene il direttore generale, una nuova delibera. Che appare scontata. A meno che, ma non dovrebbe essere questo il caso, l’Ufficio disciplinare non abbia commesso delle irregolarità nelle procedure.

 


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