Tutti con il sindaco Lucano | Ma non erano con i pm? - Live Sicilia

Tutti con il sindaco Lucano | Ma non erano con i pm?

Le contraddizioni del caso di Riace.

Manovra a Tinaglia
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Da un paio di giorni penso ai cinquemila della manifestazione di Riace, quella svoltasi qualche giorno fa a sostegno di Mimmo Lucano, agli arresti domiciliari per le note vicende. E penso pure ai numerosi e qualificati attestati di solidarietà da parte di associazioni, sindacati, intellettuali, politici, semplici cittadini che hanno preceduto e accompagnato la manifestazione stessa.

La tocco piano. Al netto della mia personale simpatia per il personaggio, credo che si sia trattato di una operazione di autentico sputtanamento dell’operato di un Pubblico Ministero. Si è salvato, sia pure in corner, il GIP, ma solo perché ha ridimensionato il quadro accusatorio, pur accogliendo e mantenendo la misura degli arresti domiciliari. Nella vita, si sa, ci vuole fortuna.

Dico questo, perché l’iniziativa della Procura è stata dipinta come un disegno politico volto a contrastare il “modello Riace”, il frutto avvelenato di una deriva autoritaria. Con l’inevitabile risultato che il PM è sembrato essere il tipico esponente di una magistratura politicizzata, questa volta però con l’occhio che strizza verso la destra. Questo, in definitiva, è stato il messaggio, il sottotesto, neanche tanto velato, della manifestazione e del dibattito che l’ha sostenuta.

Qualcosa di già visto, sia pure con colorazioni politiche del tutto diverse. Un “déjà-vu”più volte denunciato e osteggiato da quanti hanno sempre invocato il rispetto della magistratura, contrastandone ogni forma palese o strisciante di delegittimazione. Che però sono esattamente gli stessi che hanno solidarizzato con il sindaco di Riace, considerando la vicenda giudiziaria un vero e proprio omaggio alla destra fascista, razzista e populista, e al suo “bomber”.

Autorevoli intellettuali, politici di primo piano, opinionisti, così intenti a bearsi della propria superiorità morale, da non accorgersi di essere rimasti incartati nell’antico vizio del predicare bene e razzolare male.

Sono giorni che ci penso e ci ripenso. Vorrei che qualcuno mi spiegasse dove, dove sta il punto di collasso del mio ragionamento. Con parole chiare, semplici, prendendomi per mano come fossi un bambino di sei anni, pure con un modesto deficit intellettivo. Lo vorrei spiegato. Magari cambio idea.

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