Udc, Di Trapani chiede: |"Ripartire dalla base" - Live Sicilia

Udc, Di Trapani chiede: |”Ripartire dalla base”

Giovanni Di Trapani

L'esponente centrista, già assessore comunale a Palermo, chiede al segretario un maggiore coinvolgimento della base e una reale apertura alla società civile.

Dibattito interno
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PALERMO –  Una lettera aperta indirizzata al segretario regionale Giovanni Pistorioper parlare del futuro dell’Udc. E’ l’iniziativa di Giovanni Di Trapani, membro del comitato regionale dell’Udc e già assessore comunale a Palermo, secondo il quale è giunto “il momento di partenza di un nuovo soggetto politico che può davvero segnare la fine della cosiddetta Seconda Repubblica e dar vita ad un nuovo percorso che veda i moderati italiani riposizionarsi in un nuovo contenitore che ne rappresenti la casa naturale”. Due i passaggi: “Il primo è la possibile spaccatura del PDL inevitabilmente connessa alle sorti del suo leader,Silvio Berlusconi, e quindi ormai prossima. L’altro è rappresentato dalla (troppo) annunciata vittoria di Renzi nella partita che dovrebbe condurlo alla guida del P.D”. Uno scenario di fronte al quale, scrive Di Trapani,  “molti di coloro ,elettori ed eletti,che da una parte e dell’altra dei due monoliti che governano ad oggi la politica nazionale non dovessero più ritrovarsi nella nuova situazione determinata dall’avverarsi dei due prefigurati scenari, potrebbero essere attratti dalla nuova ‘Cosa’ che prenderebbe velocemente forma e sembianze con delle accelerazioni di cui solo la politica e i processi che la governano sono capaci”.

In questo quadro Di Trapani mette in guardia da quel mondo “che sembra interessato ad archiviare tutto il proprio passato,senza se e senza ma. Il medesimo fenomeno accade nell’UDC, anche in Sicilia. La scommessa del nostro partito, allora, se lo stesso vorrà contribuire a guidare il sopradescritto processo politico ormai in divenire deve essere ,a mio avviso, incentrata sull’ascolto delle varie anime e dei mondi che compongono la società italiana. E sul contributo da fornire alla costruzione –o ricostruzione- nell’immediato futuro di un soggetto politico plurale democratico aperto, che metta al bando il populismo,che riallacci ed intensifichi i rapporti con la Chiesa, e nel quale possano sentirsi rappresentati l’operaio, il dirigente, il professionista, il commerciante, il sindacalista, il giovani”.

Per questo l’esponente centrista chiede un maggiore coinvolgimento della base: “Riaprire le Sezioni, caro Pistorio, celebrare i congressi comunali provinciali e regionale, consentendo ai militanti una reale partecipazione alla vita di partito, è il primo passo per rivitalizzare il nostro,pesantemente ridimensionato dopo le nazionali anche in Sicilia,non soltanto per l’abbraccio”mortale” con Scelta Civica,ma anche per delle scelte verticistiche sulle candidature non condivise dalla base, poi rivelatesi infelici. Penso a Palermo e alle sale vuote durante la campagna elettorale per le ultime nazionali, e mi sembra lontano anni luce il momento fondativo dell’UDC,con un congresso vero caratterizzato da una straordinaria partecipazione di delegati da tutta Italia,al termine del quale anch’io che provenivo dal CCD(ne ero stato segretario provinciale) fui eletto consigliere nazionale” .

“Proprio per la storia di molti di noi, quindi, fatta di impegno in un partito vero – aggiunge – ,non possiamo pensare di esportare nel costituendo contenitore centrista un’esperienza partitica asfittica come quella dell’attuale UDC siciliana, animata di tanto in tanto da nomine –di partito e non-calate dall’alto e “raccontate” a volte a cose fatte ai componenti del Comitato Regionale ,quando non apprese direttamente dalla stampa,in assenza di un minimo di dibattito sulle scelte compiute che dovrebbero,invece, passare al vaglio del partito. Il rispetto delle regole,caro Segretario,è dunque imprescindibile per l’UDC siciliano che in passato è stato il volano del partito nazionale e che oggi può essere determinante per contribuire alla nascita del Partito Popolare Italiano,futuro punto di sintesi dei moderati,oggi divisi nei tanti rivoli della politica”.

 


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