Unar nella bufera | Si dimette il direttore - Live Sicilia

Unar nella bufera | Si dimette il direttore

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È finito nella bufera, dopo l'ultima puntata delle "Iene", l'Unar, l'Ufficio anti discriminazioni razziali che fa parte della Presidenza del Consiglio.

Dopo "Le Iene"
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È finito nella bufera, dopo l’ultima puntata delle “Iene”, l’Unar, l’Ufficio anti discriminazioni razziali che fa parte del Dipartimento Pari opportunità della Presidenza del Consiglio. Un servizio di Filippo Roma ha acceso i riflettori su un giro di prostituzione gay finanziato con fondi pubblici. Su segnalazione di un informatore, la redazione di Italia1 ha scoperto come una di queste associazioni abbia ricevuto 55 mila euro statali pur essendo la copertura a un circolo per la prostituzione gay, con tanto di dark room, giochi erotici spinti e altre prestazioni sessuali a pagamento.

Il suo direttore, Francesco Spano, si è dimesso dopo un lungo colloquio a Palazzo Chigi. “Le dimissioni – si legge in una nota di Palazzo Chigi – vogliono essere un segno di rispetto al ruolo e al lavoro che ha svolto e continua a svolgere l’Unar”.

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“Non c’era bisogno del servizio delle Iene – afferma Lucio Malan, senatore di Forza Italia – per sapere che da tempo l’Unar agisce al di fuori della legge, occupandosi soprattutto di questioni LGBT, quando la legge che lo istituisce parla solo di rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o l’origine etnica”. “L’orientamento sessuale non è una razza o una etnia e pertanto tutte le attività dell’Unar in questo settore sono al di fuori della legge”, ha concluso.

“Chiediamo – scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni – che l’Unar, il sedicente ‘Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali’ della Presidenza del Consiglio dei Ministri, venga chiuso oggi stesso. L’Italia non ha alcun bisogno di un ‘ufficio’ che con una mano finanzia un’associazione gay nei cui circoli si consumerebbero rapporti sessuali a pagamento e con l’altra scrive lettere ai parlamentari per censurare il loro pensiero”.

Minacce sul suo profilo Facebook ma anche per telefono e indirizzate ai suoi familiari, stanno arrivando intanto a Fernando Fracassi, responsabile comunicazione dell’Unar. “Vorrei solo dire a chi con tanta enfasi sta riempiendo la mia bacheca di insulti gratuiti e mi telefona in anonimato per aggredirmi in modo violento solo perché lavoro all’Unar – scrive Fracassi su Fb – che purtroppo non sapete con quale dedizione noi svolgiamo il nostro lavoro, dal direttore fino all’ultimo operatore che risponde al numero verde. Non conoscete l’ufficio e vi basate solo su un servizio che distorce la realtà. Se volete approfondire venite a trovarmi così saprete di cosa stiamo parlando. Sono dispiaciuto per come è stato montato il servizio, noi non finanziamo associazioni ma solo progetti che abbiamo solo esclusivamente una valenza sociale e che possano contribuire al contrasto contro le discriminazioni”.

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