CATANIA – Ufficio stampa comunale, archiviata l’indagine sul sindaco Enzo Bianco. “Secondo i pm Regolo e Molè”, scrive l’ufficio stampa, il sindaco avrebbe “adottato provvedimenti con l’obiettivo del buon andamento della Pa”. “Alcuni esposti – continua la nota del Comune – sostenevano che il Sindaco avesse illegittimamente sostituito come capo ufficio stampa Nuccio Molino, ma le indagini hanno chiarito la caratura politica del funzionario, per cinque anni vicesindaco Mpa di Gravina”.
L’ipotesi iniziale non ha retto al vaglio della magistratura. Bianco era infatti indagato quale “concorrente morale nella veste di istigatore del disegno criminoso volto all’effettivo demansionamento e all’allontanamento di Sebastiano Molino dall’ufficio stampa del Comune”. La magistratura, quindi ritiene che il sindaco abbia operato correttamente. “Tutti i provvedimenti dei Pubblici ufficiali indagati – recita la nota diffusa dal Comune, che riporta quanto contenuto nella richiesta di archiviazione – contestati dal Molino sono stati adottati con l’obiettivo principale di perseguire il chiaro interesse pubblico del buon andamento della Pubblica amministrazione”.
A firmare la richiesta di archiviazione sono stati i Pm Fabio Regolo e Rosaria Molè. Il Gip ritiene che “non vi sono elementi idonei per ritenere che vi sia stato un comportamento contra legem” da parte dei 4 dirigenti indagati con il sindaco.
“L’indagine – spiega il Comune di Catania – era scaturita da alcuni esposti in cui si sosteneva che il Sindaco avesse illegittimamente sostituito come capo ufficio stampa Nuccio Molino, funzionario amministrativo al quale nel 2009 il Comune aveva tolto il contratto giornalistico lasciandogli però formalmente le qualifiche, specifiche di quel contratto, di capo ufficio stampa e caporedattore.
Sentito dai magistrati, Bianco ha dunque potuto chiarire la propria posizione e il pm ha accolto l’impostazione difensiva del suo avvocato, il prof. Giovanni Grasso”.
Spiega ancora il Comune: “Secondo la richiesta di archiviazione in cui viene riportato quanto affermato dagli indagati e confermato dalle prove, dalle indagini emerge in maniera netta come il Molino fosse, prima che dipendente del Comune di Catania e giornalista, soprattutto, attivista ed esponente del Mpa, tanto da aver ricoperto per cinque anni la carica di assessore e vicesindaco di Gravina di Catania dopo essere stato, in quel Comune, prima funzionario amministrativo e poi caporedattore”.
Il sindaco Bianco, aggiunge il Comune, “chiarita la caratura politica del funzionario, con il quale dunque, si legge nella richiesta, “non poteva esserci alcun rapporto fiduciario alla luce del comportamento descritto”, adottò, a tutela dell’Amministrazione, una serie di atti. Questi, come scrivono i Pubblici ministeri, erano chiaramente finalizzati a trovare una soluzione che contemperasse le esigenze della Pubblica amministrazione con quelle del Molino”.
I provvedimenti sarebbero stati legittimi, avendo “consentito allo stesso Molino di continuare a svolgere una parte essenziale dell’incarico”, ossia il lavoro nell’Ufficio relazioni con il pubblico.
Il Molino conservò dunque trattamento economico e posizione professionale, senza alcun demansionamento”.
L’ufficio stampa comunale spiega anche che “a dimostrare l’atteggiamento privo di ostilità del Sindaco, infine, quando il Molino chiese di poter svolgere una consulenza aggiuntiva nel Comune di Caltanissetta, la ottenne”.
I Pm scrivono inoltre nella richiesta d’archiviazione che “nessun profilo di illegittimità infine è mai stato contestato” relativamente alla posizione dei giornalisti Giuseppe Lazzaro Danzuso e Giovanni Iozzia anche “riguardo gli aspetti lavorativi e contrattuali”.
“Si chiude così – ha detto Bianco commentando la notizia dell’archiviazione – una vicenda trascinatasi per diversi anni con un grande clamore mediatico e segnata da accuse molto pesanti, rivelatesi infondate. Ho sempre riposto grande fiducia nella Magistratura e mi fa piacere che questa abbia riconosciuto la coerenza delle mie azioni nell’interesse dell’Amministrazione”.