Un Palermo che "taglia” le punte |E Novellino sfrutta il falso nove - Live Sicilia

Un Palermo che “taglia” le punte |E Novellino sfrutta il falso nove

Dopo non aver toccato palla in area col Napoli, Gilardino fa spazio a Vazquez in avanti. E i rosa cercano gli inserimenti dalle fasce.

calcio - serie a
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PALERMO – Come risolvere il problema delle punte che non toccano palla in area avversaria? Semplice: togliamo le punte. Uno di quei casi in cui il problema è la soluzione allo stesso, una rasoiata di Occam all’incapacità del Palermo nel portare il pallone negli ultimi sedici metri con i propri attaccanti. È questa l’ultima pensata di Walter Novellino, dopo aver visto i suoi giocatori toccare la bellezza di dodici palloni all’interno dell’area del Napoli nel corso di novanta minuti più recupero. Decisamente pochi, soprattutto se si considerano quelli arrivati nella stessa zona nell’ultimo quarto d’ora di gioco. Lì il numero scende fino ad un preoccupante zero, con i rosa che si sono fermati sulle fasce, oltretutto senza mai crossare. Anche perché, in quei minuti conclusivi, Novellino ha tolto il velo al suo esperimento.

L’idea del falso nove nasce proprio lì, nella fase finale di Palermo-Napoli. Senza più Gilardino e con Djurdjevic messo a sinistra, l’ingresso di Balogh ha trasformato l’attacco dei rosa in un tridente, dove la punta centrale non è stato il lungagnone ungherese, bensì Franco Vazquez. Anche qui, però, per palloni toccati in area siamo al nulla cosmico. Due nel corso di tutta la partita, zero da centravanti atipico e per il Palermo nessuna possibilità di pungere nonostante un risultato ancora aperto ad ogni pronostico. L’impressione che si è avuta dal campo non è stata quella di una squadra che ha rinunciato ad attaccare, ma di una squadra incapace di farlo. Da un lato, senza alcun dubbio, c’è da considerare lo spessore del Napoli, contro il quale non si poteva certo sperare in facili corridoi, ma dall’altro resta il dubbio sulla reale efficacia del modulo senza punte.

Ci sta che Vazquez, alla fine dei conti, non abbia toccato neanche un pallone in area avversaria. Con pochi minuti a disposizione e con un ruolo che di per sé lo porterebbe ad “escludersi” dai sedici metri, il fantasista italo-argentino si è ritrovato col compito di allargare gli spazi per gli esterni. Quelli che nel tridente sperimentale di Novellino hanno risposto ai nomi di Uros Djurdjevic e Norbert Balogh, che in quel ruolo non hanno certo brillato. Il serbo ha avuto un solo pallone in area, per giunta subito dopo aver preso il posto di Gilardino, quindi prima di passare all’assetto tattico privo di centravanti. Una volta spostato sull’out mancino, l’ex Vitesse ha fatto più lavoro di ripiegamento che di spinta. Baolgh invece è già tanto se è riuscito a toccare due palloni nella trequarti offensiva.

Ecco perché in quella manciata di minuti il falso nove ha dato più dubbi che certezze. Eppure i motivi per cui Novellino continua a pensarci sopra non mancano. Sempre contro il Napoli, la presenza di Gilardino in area ha prodotto esattamente gli stessi effetti dell’avanzamento di Vazquez: nessun pallone toccato dal bomber biellese nei sedici metri di competenza, con la sostituzione giunta impietosa a inizio ripresa. E poi, cosa più importante di tutte, gli esterni da piazzare ai fianchi di Vazquez non dovrebbero essere i Djurdjevic e i Balogh del caso. Se per il serbo resta qualche chance di riconferma a sinistra, ma stavolta con compiti diversi da quelli di copertura, a destra è praticamente sicuro l’impiego di Quaison. Sull’altra fascia potrebbe scoccare l’ora di Trajkovski, per formare con lo svedese una coppia di incursori pronta ad inserirsi in area senza palla, ma il macedone a sorpresa è in ballottaggio con Bentivegna. Novellino ha infatti provato il funambolo nativo di Sciacca proprio nell’out sinistro.

Una soluzione che il tecnico nativo di Montemarano studia già da una settimana e che potrebbe essere messa in atto ad Empoli. Lui stesso, d’altronde, ha ammesso di essere alla ricerca di due esterni che sappiano tagliare in area per sfruttare gli inserimenti. Potrebbero essere questi i nomi designati per cambiare volto ad un Palermo incapace di far male lì dove serve, in the box. Perché per migliorare lo score di ventotto reti realizzate (quinto peggior attacco della Serie A, ndr) serve farsi vivi nei pressi della porta. Una strada difficile, per la quale si sta scegliendo un percorso tortuoso. Togliere le punte per entrare in area sembra un azzardo, ma potrebbe rivelarsi un’opzione determinante.


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