Una "corretta conoscenza" contro i pregiudizi della malattia mentale

Una “corretta conoscenza” contro i pregiudizi della malattia mentale

Vanno abbattuti quei sentimenti di diffidenza e timore
IL PARERE DELLA PSICOLOGA
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CATANIA – La malattia mentale è una condizione che da sempre è stata presente nella società, anche se con “volti differenti” legati ai particolari periodi storici che hanno portato, ogni volta, ad un’attribuzione di cause differenti.

In un lontano passato l’origine di certi disturbi e manifestazioni veniva ad esempio attribuita a spiriti maligni e forze sovrannaturali, dato l’alveo di mistero ed inconoscibilità che li caratterizzava.
È stato necessario far passare secoli affinché ci si incominciasse a sganciare dalla sfera del soprannaturale discriminando i disturbi psichici dalla possessione demoniaca, e a prendere in considerazione “spiegazioni alternative”, nello specifico:

“origini rigorosamente organiche” dei disturbi, individuabili nel “corpo” dell’individuo che la facevano da padrone ai tempi di Ippocrate

-fino ad arrivare al riconoscimento di “processi psichici” (molti dei quali inconsci), come causa di alcune condizioni patologiche, grazie alle scoperte di Freud.

Disagio psichico

Oggi si può certamente affermare che vi è l’esistenza di “stati di malessere di natura psichica la cui origine non è riscontrabile sul piano fisico”, che vanno ad incidere con diversa entitá sugli ambiti di vita dei soggetti interessati, compromettendone il funzionamento tipico e la qualità delle relazioni.

È questa la descrizione del disagio psichico, che può essere ancora piú genericamente inteso come “una condizione di sofferenza comprendente un’estesa gamma di limitazioni dello stato di benessere”; molteplici sono infatti i sintomi di tale disagio, cosí come diverso è il livello di gravità dei vari disturbi. Purtroppo, in riferimento a questa realtà, esistono ancora oggi “problemi di inesatta conoscenza, che comportano una difficile comprensione e, dunque, una mancata accettazione della stessa.

I pregiudizi

Forte è lo stigma e numerosi i pregiudizi in merito, che rappresentano spesso un ostacolo anche nel percorso di accesso ai servizi di salute mentale, intralciando le possibilità di cura, oltre a riflettersi negativamente sulle opportunità di studio, di lavoro e, soprattutto, sull’inclusione sociale di questi soggetti.

Chi riceve una diagnosi di disturbi psichici sperimenta infatti vergogna, esclusione ed emarginazione, con un “peso aggiuntivo” da sopportare oltre a quello della malattia stessa:

“la qualità di vita non dipende così solo dalla gravità del disturbo, ma anche e soprattutto dal grado di accettazione e dal livello di discriminazione che vengono vissuti nel contesto sociale “.

“Lo Stigma è dunque peggiore della malattia stessa”, e le sue conseguenze vengono considerate piú gravi dell’impatto del disturbo psichico: i pregiudizi fanno soffrire ed allontanano le persone con problemi di salute mentale dalla società e dalle opportunità che essa offre, influenzandone inevitabilmente la qualità e le aspettative di vita.

Il fondamento dei pregiudizi e dello stigma sociale è da ritrovare principalmente nella “mancanza di una corretta informazione, di un’adeguata conoscenza e, di conseguenza, della comprensione del disagio psichico”.

Un giusto approccio

Essi sono però anche conseguenza della “paura dell’ignoto e del diverso da sè”, che sembra creare un invalicabile muro tra la propria persona e il malato psichico, considerato (a causa di tutta una serie di pregiudizi storici, ma senza fondamenti scientifici) “incomprensibile”, “improduttivo”, “inguaribile” ed anche “pericoloso”, data la frequente presenza di comportamenti bizzarri e devianti dalla norma caratterizzanti certi quadri clinici.

Ecco che abbattere lo stigma per la “normalizzazione del disagio mentale” significherebbe innanzitutto cominciare ad avvicinarsi in maniera autentica, senza più remore nè visioni stereotipate, a quest’ambito che, ad un certo punto, potrebbe fare capolino nell’esistenza di chiunque, in modo da conoscerne realmente le caratteristiche.

I pregiudizi, d’altronde, sono proprio dei giudizi emessi in assenza di dati sufficienti e, per questo, considerati errati; ecco perchè la “corretta conoscenza” di qualsiasi fenomeno è da considerarsi la prima arma vincente nella “lotta per l’abbattimento dello stigma” e nel superamento dei timori che da tutto ciò possono nascere.

Interrompere il circolo vizioso

Tutti siamo chiamati a farlo, ciascuno trovando il proprio modo, a partire da un “atteggiamento di prossimità, compartecipazione e sostegno emotivo” che, oltre a garantire il diritto all’inclusione sociale di questi soggetti, permette un’adeguata conoscenza della realtà in oggetto a partire delle voci stesse di chi è interessato in prima persona da questo disagio, per un “approccio solidale” che cominci a porre le basi affinché poter interrompere il circolo vizioso di alienazione e discriminazione, e sconfiggere la condanna sociale all’esclusione e all’isolamento con una conseguente riduzione delle quote di sofferenza personale legate a tutto ciò.

[La dottoressa Pamela Cantarella è una Psicologa Clinica iscritta all’Ordine Regione Sicilia (n.11259-A), in formazione presso Scuola di Psicoterapia ad orientamento Sistemico-Relazionale]


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