Università, arrivano le elezioni| Ecco le richieste al nuovo Rettore - Live Sicilia

Università, arrivano le elezioni| Ecco le richieste al nuovo Rettore

Maggior tutela del diritto allo studio, e degli studenti stessi: queste le istanze avanzate, di là dalle contingenze istituzionali.

CATANIA – “Nuove elezioni del rettore entro 30 giorni”: così ha decretato il CGA per l’università di Catania, con la sentenza del 25 Novembre. Mentre è in corso la polemica sullo statuto del 2011 e sugli articoli dichiarati illeciti, l’ormai ex rettore Pignataro si dichiara pronto a ricandidarsi. Ma anche Enrico Foti, direttore del dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura, ha intanto proposto la propria candidatura. LiveSicilia ha intervistato alcune organizzazioni studentesche presenti nell’ateneo catanese (non tutte, purtroppo, hanno fornito un riscontro), nell’intento di conoscere a grandi linee l’opinione degli studenti entro una certa diversità d’idee.

Ha manifestato prudenza Azione Universitaria: “Riteniamo che, a prescindere dalle singole personalità che ambiscono alla carica di rettore, ciò che deve prevalere nella scelta è un programma strutturato e puntuale che sia in grado di mettere al centro dell’interesse le reali esigenze degli studenti e dell’Università”, così si è pronunciata la presidenza dell’associazione. Quanto ad un bilancio di questi tre anni di rettorato, le conclusioni non sono state felici: le vicende processuali, viene detto, non hanno giovato. “Aspettiamo di conoscere i candidati ufficiali e i loro rispettivi programmi”, hanno concluso i membri della compagine di destra sociale.

Da parte dell’UDU, il responsabile catanese Giovanni Timpanaro ha rilevato l’esigenza d’una maggior comunicazione tra studenti e ateneo: “Indipendentemente dai rettori in carica chiediamo da anni l’apertura dei corsi a numero programmato, a causa dei quali si sono persi migliaia d’iscritti nell’ultimo decennio. Anche l’economia cittadina ne ha subito un contraccolpo”. Il sindacato (legato alla CGIL ma, di fatto, aperto alle più varie posizioni) auspica anche un ridimensionamento dei legami tra mondo politico ed università; quanto ai due candidati al rettorato, la posizione si è rivelata imparziale.

“Non abbiamo preclusioni verso Pignataro o Foti, ma ci auguriamo che prima di candidarsi vogliano incontrare gli studenti e le associazioni esponendo i propri programmi, in modo che il peso degli studenti possa farsi sentire anche nel corso di quest’elezione”. Peso forse esiguo, quello della commissione paritetica, ma ugualmente funzionale ad una garanzia di democraticità del sistema universitario, sempre ribadita come necessaria. Dall’associazione Arcadia ci ha risposto Francesca Ricotta, già rappresentante al Consiglio del corso di laurea in Medicina e Chirurgia: “Per noi è fondamentale l’adeguamento dei corsi di studio alle domande che provengono dal mondo del lavoro, quali le qualità professionali. Vorremmo che l’università non creasse semplici cultori di materia ma soprattutto nuovi professionisti con capacità reali. Inoltre vorremmo un’università protagonista nella vita culturale della nostra città”.

Riferendosi all’operato dell’ex rettore, l’esponente di Arcadia ha portato l’attenzione sui risultati effettivamente ottenuti durante la carica: “Il precedente rettore, nonostante i frequenti attacchi ripetutisi durante il suo mandato, è stato attento alla tutela dei diritti degli studenti attraverso alcuni provvedimenti tra cui il bando part-time al fine di creare reddito per gli studenti (circa 1100 posti con una voce di spesa di circa 1.500.000 €); il riconoscimento di nuovi diritti nei confronti di studenti lavoratori, sportivi, disabili successivamente alla proposta delle varie associazioni; risarcimento del 100% delle borse di studio in seguito all’impossibilità da parte della regione”. In generale è quindi emersa l’esigenza,  di là dalle vicissitudini dell’istituzione universitaria e dalle differenti opinioni, di una sempre maggior tutela del diritto allo studio e di coloro che ne fruiscono. “Le associazioni studentesche devono valutare i candidati sulla base dei loro programmi, nell’interesse esclusivo degli studenti”: quest’affermazione –pronunciata durante una di queste tre brevi interviste, non diremo da chi- è al momento un’idea decisamente condivisa e, per quanto semplice, di certo non scontata.


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