"Uomo leale, presidente efficiente: Castiglione aveva autorevolezza"

“Uomo leale e presidente efficiente: Santo Castiglione aveva autorevolezza”

Il ricordo di chi ha lavorato al suo fianco in Ast

CATANIA – Saranno celebrati domani, alle 11, nella Cattedrale di Catania i funerali dell’ex presidente del Consiglio di amministrazione dell’Ast e dell’Autorità portuale del capoluogo etneo, Santo Castiglione. Una camera ardente è stata allestita a palazzo Minoriti, sede del consiglio Provinciale, dove Castiglione è stato eletto due volte. Ecco il ricordo di Eusebio Dalì, componente del Cda dell’Ast ai tempi di Castiglione.

Quando lo vidi arrivare in Ast – fresco di nomina – rimasi perplesso, lo ammetto. Un po’ tarchiato, il volto paonazzo, voce roca e occhiali da sole che certo non contribuivano ad un’aura di autorità, che evidentemente non gl’interessava portarsi dietro. Mi dissi: “Ma questo qua chi è?”. Questo qua era Santo Castiglione, il nuovo presidente dell’Azienda Sicili”ana Trasporti e in breve tempo scoprii che dentro quell’involucro di semplicità, che dietro quell’essere così, alla buona, si nascondeva un vero uomo delle istituzioni. E allora imparai che “l’autorevolezza non abbisogna di orpelli”: una lezione che spesso e volentieri la politica, tutta, dimentica, patinata, solenne e costruita com’è.

Non c’era nulla di patinato in Santo, lui aveva l’eleganza della persona perbene. E non c’era nulla di solenne in Santo, lui credeva nella solennità del suo ruolo. E non c’era nulla di costruito in Santo, lui costruiva rapporti. Una persona di assoluto spessore e di infinita praticità. Quella praticità che, se opportunamente unita al rispetto delle regole e dei processi, segna un solco profondissimo tra chi sa amministrare con sostanza e chi sa solo fare fumo.

Svampando sigarette una dietro l’altra e condendo ogni suo gesto (anche il più serio e delicato) d’ironia stemperante, si mise subito alla guida dell’Azienda, da poco travolta da uno scandalo senza precedenti e quasi del tutto azzerata nelle sue leve dirigenziali; con coraggio e determinazione, ne avviò un percorso di normalizzazione, in cui pochi credevano e in pochissimi speravano. E la normalizzò, passo dopo passo, mattone su mattone, atto su atto. Un uomo delle istituzioni, un uomo della politica.

Appassionato di politica fino al midollo osseo, era indissolubilmente legato alla sua formazione, che però mai e in nessun caso “imponeva” ai suoi interlocutori e che lasciava fuori dalla porta della sua stanza di presidente. Un uomo leale, che litigava guardandoti in faccia e ti lodava alle spalle; e che difendeva le prerogative del “suo” Cda, valorizzandone ogni componente attraverso l’attribuzione di carichi e responsabilità. Perché a lui non interessava comandare, gl’interessava guidare. Guidare l’Ast: lo ha fatto con onestà e con senso di responsabilità.

Ha messo sempre davanti a tutto e tutti l’interesse dell’Azienda. E, mi piace sottolinearlo, l’interesse dei dipendenti dell’Azienda, le cui famiglie considerava “le nostre famiglie”. No, queste non sono le solite parole di circostanza che si dedicano a chi non c’è più, è la testimonianza di chi ha avuto la fortuna di sedergli accanto e di vederlo lottare coi denti per tutto questo. Per la salvezza dell’Ast. Per un servizio, che fosse il migliore possibile, da assicurare agli utenti (per lo più cittadini dell’entroterra, specie studenti). E per i lavoratori, stabili o precari che fossero. Battaglie che ha condotto quotidianamente, con coraggio; il coraggio di chi è libero; la libertà di chi è onesto. E alla fine ha vinto lui.

Contro ogni evidenza del contrario, contro ogni pronostico (per usare un’espressione sportiva), contro gl’immancabili gufi, gli scaltri osservatori da lontano e gl’infidi avvoltoi poltronisti, alla fine ha vinto lui.
E se oggi l’Azienda, pur nelle difficoltà ancora irrisolte, naviga verso lidi più sicuri, lo si deve a Santo Castiglione. Che seppe scavare tra le macerie, scorgere un ramoscello ancora verde e ripiantarlo. Citando il “suo” Battiato, è stato davvero “difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire”, perché quando arrivò in Ast era buio pesto; ma lui ci riuscì. E per questo, anche per questo ci manca. E mancherà alla politica siciliana. A me mancheranno le sue “uscite” in catanese e le nostre dispute da derby su quale fosse la migliore rosticceria, se quella “rossoblu” o quella “rosanero”. Ciao Santo”.


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