Ustica Lines, processo va a Trapani| Crocetta a giudizio per corruzione - Live Sicilia

Ustica Lines, processo va a Trapani| Crocetta a giudizio per corruzione

Rosario Crocetta

Per quasi tutti gli altri imputati il giudice di Palermo si dichiara incompetente

PALERMO – Il giudice di Palermo si dichiara incompetente. Si sposta a Trapani il processo sullo scandalo “Ustica Lines”. Nel capoluogo resta la posizione di tre imputati rinviato a giudizio per una ipotesi di corruzione: l’ex presidente della Regione Rosario Crocetta, il suo collaboratore Massimo Finocchiaro e l’armatore Ettore Morace.

Dai bandi su misura ai soldi a Crocetta, al Rolex per Simona Vicari. C’era tutto questo nel caso Ustica Lines. Per tredici imputati, compresa la società di navigazione nel frattempo divenuta Liberty Lines, pendeva la richiesta di rinvio a giudizio davanti al giudice per l’udienza preliminare Claudia Rosini. Nelle scorse settimane era stata stralciata la posizione del patron della compagnia di navigazione, Vittorio Morace, per le sue precarie condizioni di salute. Le sue sorti processuali si conosceranno l’11 dicembre quando sarà sciolta la riserva sulle sue capacità di partecipare al processo.

Il procuratore aggiunto Sergio Demontis e il sostituto Francesco Gualtieri chiedevano il processo per Ettore Morace, Mimmo Fazio, Giuseppe Montalto, Marianna Caronia, Salvatrice Severino, Simona Vicari, Rosario Crocetta, Massimo Finocchiaro, Sergio Bagarella, Lucio Cipolla, Elisabetta Miceli, Giacomo Monteleone e la Liberty Lines.

Secondo l’accusa, gli armatori Morace avevano stretto un patto corruttivo con Severino, dirigente dell’Assessorato ai Trasporti della Regione siciliana. Sarebbe stata lei a predisporre i bandi per i collegamenti con le isole minori, favorendo gli interessi della compagnia di navigazione.

I carabinieri dei Nucleo investigativi di Palermo e Trapani perquisirono la casa della dirigente e misero le mani su diciotto diari, scritti tra il 2000 e il 2017, in cui Giuseppe Naccari, marito di Severino, appuntava ogni iniziativa familiare dando la possibilità agli investigatori “di ricostruire i rapporti illeciti portati avanti dalla dirigente regionale con Vittorio Morace”.

I bandi avrebbero consentito ai Morace di guadagnare dal 2008 al 2014 oltre dieci milioni in più di quanto gli spettasse con il meccanismo delle compensazioni finanziarie per prestazioni di trasporto marittimo mai rese dalla società. In cambio la dirigente avrebbe ricevuto in regalo gioielli in oro e brillanti, borse Chanel, viaggi e l’assunzione della figlia alla Ustica Lines.

A Severino era subentrata Dorotea Piazza che assieme al collega Fulvio Bellomo bloccò tutto e consegnarono ai pm degli atti decisivi per le indagini.

Bagarella, Cipolla e Miceli erano i funzionari regionali che predisposero i bandi e a tutti e tre viene contestato il reato di turbata libertà degli incanti, ma anche corruzione. Il prezzo dei loro favori sarebbero stati passaggi gratis sulle nave della Liberty Lines (centinaia e centinaia di viaggi nell’arco degli anni per un valore complessivo di 18 mila euro circa) e per il solo Bagarella anche un televisore. Anche Monteleone, dirigente dell’assessorato, che presiedeva la commissione di gara, avrebbe goduto di mille e 400 euro di biglietti gratis. Il suo legale osserva che “si limitò ad escludere dalla gara la concorrente Compagnia delle isole perché non aveva i requisiti previsti dal bando”.

Un accordo corruttivo viene contestato anche a Giuseppe Montalto, segretario dell’allora assessore regionale Giovanni Pistorio, che si sarebbe attivato per favorire l’ex deputato regionale Marianna Caronia, oggi al consiglio comunale di Palermo, e farle riconoscere da Morace una liquidazione superiore a quelle che le spettava dopo la fine del rapporto con “Siremar spa”, società marittima acquistata dall’armatore. Una parte del Tfr, poi, le sarebbe stato dato grazie alla fattura di una prestazione da lei mai assicurata. Sempre secondo l’accusa, il potere di Morace era tale da riuscire a bloccare la nomina all’Ars di un consulente a lui sgradito, grazie alle pressioni di Fazio e Montalto che, in cambio, avrebbe piazzato amici alle dipendenze della compagnia.

Di corruzione risponde anche l’ex sottosegretario al Ministero dei Trasporti, Simona Vicari, dimissionaria dopo avere saputo di essere indagata. Secondo i pm, Vicari avrebbe spinto affinché venisse approvato un emendamento in Parlamento favorevole alla compagnia di navigazione che prevedeva l’abbattimento dell’Iva sui biglietti dei collegamenti per le isole minori. In cambio avrebbe ricevuto in regalo a Natale da Morace un Rolex del valore di cinque mila e 800 euro (restituito ai pm quando Vicari svolse l’interrogatorio) e, sottolineano i pm, dopo che le era già stato regalato un orologio Bulgari, modello serpente, da 7.800 euro (e questa è un a novità investigativa) in occasione del varo di una nave. Per i pm era quella la prebenda per ricompensare Vicari anche per un altro favore: lo stop alla nomina di un consulente sgradito ai Morace all’Ars.

Infine c’è la corruzione contestata a Rosario Crocetta, che sarà processato a Palermo, insieme a Ettore Morace e Massimo Finocchiaro. L’ex governatore avrebbe ottenuto due bonifici da 5 mila euro ciascuno (finora si conosceva la storia di un solo bonifico) con cui Morace finanziò il progetto politico “Riparte Sicilia”. In cambio Crocetta avrebbe esercitato pressioni su Piazza e Bellomo per implementare i servizi di trasporto e favorire Ustica Lines. La sua posizione resta a Palermo, luogo dove furono eseguiti i bonifici. Il processo inizierà il 2 marzo prossimo. 

Ed è questo l’unica ipotesi di reato che resta a Palermo. Per tutti gli altri capi di imputazione la parola passa a Trapani dopo che il giudice Rosini ha accolto la eccezione di incompetenza sollevata dagli avvocati Giovanni Di Benedetto, Alfonso Furgiuele, Ninni Reina, Marco Siragusa e Lillo Fiorello.

 


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