Usura in crescita, l'appello: "Cambiare l'accesso al credito"

Usura in crescita, è allarme: “Cambiare le regole di accesso al credito”

Colloquio con Rosario Cunsolo, presidente di Libera Impresa

CATANIA – L’usura che continua ad aumentare, portando sott’acqua intere famiglie e imprenditori con lunghe storie. La criminalità organizzata, una vera e propria “banca illegale” che fa del prestito a interessi illegali un canale di riciclaggio. La necessità di nuovo accesso al credito. È il quadro sull’usura che esce dalle parole di Rosario Cunsolo, presidente dell’associazione antiracket e antiusura Libera Impresa, che dal 2013 fornisce assistenza a chi denuncia gli usurai.

Usura: un fenomeno in crescita

Cunsolo, qual è lo stato delle cose sull’usura nella Sicilia orientale?

“Il fenomeno è in crescita in tutta Italia, come confermano i recenti dati di Confcommercio Italia, e anche noi come associazione abbiamo segnali che l’usura in questa parte di Sicilia continua ad aumentare”.

Qual è il problema principale che alimenta l’usura?

“Si tratta di una piaga che non si può debellare se non c’è una volontà dello Stato di varare nuove regole sul credito. Dopo la pandemia e la crisi che c’è stata prima ci sono tantissime persone segnalate come insolventi o morose alla Crif, la Centrale rischi finanziari. Le banche di conseguenza negano il credito, e se le persone sono in difficoltà vanno a rivolgersi all’amico di turno, rimanendo incagliate in una palude”.

Le vittime e la criminalità

Chi sono le vittime dell’usura?

“A essere colpite sono soprattutto le famiglie, con prestiti piccoli da 500 – 1000 euro che sembrano banali ma non lo sono. Ma ci sono anche i piccoli commercianti, persone che hanno bisogno mandare avanti l’attività. Finire nella lista dei morosi segna a vita, io personalmente ho conosciuto commercianti storici costretti a chiedere prestiti ad amici per somme come 270 euro, perché la banca non accettava l’uscita dal fido. Parlo proprio di persone che non hanno accesso adeguato al credito bancario e che finiscono in un tritacarne, perché non vogliono chiudere l’attività commerciale e perché i problemi nel lavoro portano con sé quelli nel bilancio familiare”.

Nel prestare a usura è coinvolta anche la criminalità organizzata?

“Certo, la criminalità organizzata utilizza l’usura come canale di riciclaggio. Sono dei veri e propri istituti bancari illegali, molto fiorenti. Addirittura c’è gente che pretende il pagamento non mensilmente ma settimanalmente. Si parla di tassi che partono da un minimo del 10 per cento mensile, ma io ne ho visti anche del 30 per cento”.

Il contrasto all’usura

Le denunce sono in crescita, in questo senso?

“Il problema con l’usura è che è difficile provare il reato, ci vorrebbero delle carte in cui si prova che c’è un prestito e una restituzione ad altissimo interesse. Questo ovviamente non succede, gli usurai non fanno circolare attestazioni. Ti danno mille euro in parola e ti dicono che devi restituirne mille e cento, mille e trecento nel giro di un mese”.

Cosa succede a chi non riesce a pagare in tempo?

“Si finisce in un clima di violenza e intimidazione. Prima le minacce continue, poi si parla proprio di violenza fisica, di botte”.

Cosa si può fare per contrastare il fenomeno?

“Contro l’usura ci vorrebbe il cambiamento delle regole bancarie. Si dovrebbe creare una sorta di scala meritoria e dire che se qualcuno paga e non ha problemi allora si può fare un prestito con l’uno per cento mensile, quello che fanno tutte le banche. Se sei un cattivo pagatore ti faccio il 2 per cento ma comunque ti aiuto lo stesso, magari affiancando un tutor. Per esempio e al tempo stesso mettere un tutor: ti presto 20 mila euro per l’attività commerciale da ripianare, ti do’ un tutor per seguirti e ripianare”.

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