Vandali, munnizza e minacce: la scuola isolata

Vandali, munnizza e minacce: la scuola isolata

Il linguistico 'Cassarà' tra raid, intimidazione e rifiuti.

PALERMO- Il liceo linguistico ‘Cassarà’, nella zona del mercato ortofrutticolo, fa un po’ la parte che, in certe vecchie pellicole, datate per via del pregiudizio, spettava ai fortini western sotto assedio. Appare accerchiato, da anni, nel silenzio della città che, intorno, riempie le parole di vento. La foto, scattata recentemente, è già eloquente di per sé. “Anzi è già superata – dice la preside Daniela Crimi – perché si sono aggiunti alcuni copertoni. La cancellata è sommersa dai rifiuti ingombranti. Ogni tanto, dopo molte segnalazioni, qualcuno viene a rimuoverli”. E poi, come nei miti di un tempo, la ‘cosa’ si forma di nuovo.

E dunque c’è la ‘munnizza’, nel catalogo dei problemi di una scuola abbandonata che, come tutte, si sta barcamenando con la Dad causata dal Covid. Ma a Palermo c’è sempre qualche problema in più, come la violenza, per esempio. A Pasqua e Pasquetta, c’è stato un raid vandalico nei locali dell’istituto. Quelli che sono entrati, non potendo accedere ai piani superiori, accuratamente protetti da varchi blindati, si sono sfogati contro i distributori automatici, devastandoli. “Il danno è importante – dice la preside -, però fa più male l’indifferenza di Palermo. Abbiamo ricevuto solidarietà da Parma, dal Ministero, da qualche altro. E poi basta”.

Il professore Rosolino Cicero, presidente dell’Associazione nazionale dei collaboratori dei dirigenti scolastici, l’Ancodis, ha scritto una bella lettera aperta. Ecco un passaggio: “Osiamo scommettere sulla possibilità di suscitare una forte indignazione nelle comunità scolastiche e nei quartieri: tutti in campo a viso aperto e schiena dritta a denunciare una intollerabile violenza non contro la scuola ma contro i nostri figli ai quali si vuole negare come disse Pietro Calamandrei “‘una scuola del carattere, formatrice di coscienze, formatrice di persone oneste e leali’”. Tutto quel mondo, se allarghiamo la visuale, è sotto assedio e attende soccorsi che tardano ad arrivare.

Nell’esperienza della professoressa Crimi c’è ben altro. Ci sono irruzioni nei corridoi con i pitbull, sangue di animale versato sui gradini, colla nei lucchetti e ombre che dicono: “Preside, qui i padroni siamo noi”. Perché Palermo è sempre a due facce. Ci sono strade alla luce del sole e qualcuno che le divide in zone di controllo per affari più o meno sporchi. “Sono preside al ‘Cassarà’ da undici anni – racconta Daniela Crimi -. Lei mi chiede se voglio andare via? No, non adesso. Ma le confesso che, certe volte, ho paura”. La comprensibile paura delle sentinelle vigli, di tutti i professori amanti della loro missione, che scrutano il buio, aspettando notizie dell’alba.


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