CALTAGIRONE – “Le camere di biocontenimento dell’obitorio dell’ospedale San Marco di Catania sono strutturate per potere svolgere le autopsie, come dimostrano i dati e i certificati della loro messa in opera. Per la sicurezza di tutti acquisiremo ogni documento richiesto, iniziativa che ha provocato un lieve slittamento nell’esecuzione delle operazioni peritali”. Lo afferma il procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, dopo che i legali degli indagati nell’inchiesta sui 15 anziani della Rsa Don Bosco morti durante l’emergenza Covid-19 hanno chiesto di avere a disposizione i documenti che attestino che i loro consulenti tecnici possano svolgere le autopsie, che erano previste per oggi, in sicurezza.
“Gli esami autoptici – aggiunge il procuratore Verzera – saranno eseguiti in massima sicurezza e nel totale rispetto delle prescrizioni disposte dal ministro della Salute”. Nella Rsa Don Bosco ci furono 41 casi positivi e 15 decessi. L’inchiesta è stata avviata dal procuratore Giuseppe Verzera e dal sostituto Alberto Santisi dopo i decessi sospetti nella casa per anziani Don Bosco, che è stata sequestrata nei primi giorni dello scorso maggio. Alla fine di aprile su disposizione dell’Asp di Catania e su intervento del Comune di Caltagirone la Rsa è stata chiusa e i 24 ospiti che erano rimasti sono stati trasferiti in ospedali di Catania e provincia. (ANSA)