Villari a Crocetta:| “Basta annunci” - Live Sicilia

Villari a Crocetta:| “Basta annunci”

Da sinistra: Franco Scuderi, Davide Foti, Angelo Villari, Giovanni Pistorio e Giacomo Rota

La Cgil accende i riflettori sulla crisi del settore dell’informazione catanese e chiede a Crocetta “una legge quadro”. Nello Musumeci esprime solidarietà ai lavoratori di Tele D e attacca: ”Il Presidente della Regione è responsabile”. Lunedì incontro con Enzo Bianco.

CRISI DELL'EDITORIA
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CATANIA. Emittenza televisiva siciliana: La Cgil chiede un intervento immediato del governo regionale. Per il settore dell’informazione catanese è crisi nera, lo testimonia la chiusura di Tele D, i ventisette licenziamenti di tecnici e operatori di Antenna Sicilia e i contratti di solidarietà che hanno previsto l’abbattimento del 45% delle ore e quindi delle retribuzioni dei dipendenti di Telecolor e Telejonica. Il segretario generale della Cgil catanese, Angelo Villari, lancia un appello al Presidente Crocetta: “Chiediamo al governo regionale un colpo di reni, basta parlare: è il momento di fare”.

Il nodo della questione, infatti, è l’assenza di una legge quadro che rilanci e sostenga il settore che, con il passaggio al digitale terrestre ha subito un contraccolpo economico non da poco. “Il sistema dell’informazione siciliano- spiega Villari- versa in una grave crisi che sta determinando la perdita del posto di lavoro per centinaia di persone”. Una condizione questa che mina il pluralismo dell’informazione e che, allo stesso tempo, mette in ginocchio giornalisti e operatori dell’informazione. “Bisogna tutelare libertà d’ informazione e fare in modo che i lavoratori vengano garantiti e che abbiano gli ammortizzatori sociali”. Dalla Regione tutto tace, eppure sono ben due i ddl presentati all’Ars (a firma Lino Leanza e Concetta Raia). “Chiediamo a Crocetta di prendere in considerazione i due ddl, quello dell’onorevole Leanza e quello dell’onorevole Raia, fare una cernita delle proposte e creare una legge quadro organica”. Il disegno di legge immaginato da Villari, però, deve tener conto anche delle nuove frontiere della comunicazione: i giornali online, “ testate da regolamentare, garantendo diritti e contratti a chi spesso lavora per pochi spiccioli”.

Il segretario della Cgil, inoltre, consiglia caldamente all’esecutivo Crocetta di avere maggiore rispetto dei giornalisti. “Noi pensiamo che il governo regionale debba smetterla di provocare (a volte inconsciamente magari) i rappresentanti del sistema dell’informazione siciliana”. Quello che serve è “un incontro immediato con i rappresentanti dei giornalisti, dei lavoratori e delle imprese per trovare soluzioni”, ma: “Bisogna fare presto”. “La Cgil ci mette la faccia come dimostra la presenza dei segretari confederali Giacomo Rota e Giovanni Pistorio, il segretario Slc Davide Foti e Franco Scuderi, Rsa Slc Cgil.” Pistorio ricorda che già nell’agosto del 2011 il sindacato aveva esortato la vecchia giunta regionale a farsi carico della questione, del resto il passaggio al digitale terrestre imponeva alle aziende una ristrutturazione inevitabile e costosa (destinata a fare fuori i pesci piccoli senza un adeguato sostegno da parte delle istituzioni). “Denunciavamo già allora quello che sarebbe successo” dice Pistorio che ricorda come “in altre regioni del Mezzogiorno, come la Puglia, la Sardegna e la Calabria, esiste da tempo una legge di sostegno al settore, non capiamo perché questo non si possa realizzare in Sicilia, dove sono impiegate oltre duemila e cinquecento unità”. Gli fa eco Giacomo Rota: “Basta annunci”.

Sulla crisi del settore e la chiusura di Tele D è intervenuto anche l’onorevole Nello Musumeci. “Siamo stati i primi, alcuni mesi fa, – si legge in una nota- ad invitare il governo regionale a pubblicare i bandi per consentire alle emittenti radiotelevisive di accedere ai fondi comunitari, dopo il passaggio dall’analogico al digitale. Avevamo detto con chiarezza che la crisi sarebbe stata inarrestabile e che presto i primi ne avrebbero pagato il prezzo”. “E’ successo al gruppo Tele D ed è una perdita non solo per il territorio catanese ed una responsabilità del governo Crocetta, che in nome della rivoluzione non dovrebbe fa pagare alle imprese il conto della propria inerzia. Esprimo piena solidarietà all’editore Francesco Di Fazio, alla redazione e al personale tecnico e amministrativo: quando chiude una voce libera è un pezzo di democrazia che se ne va”.

Il sindaco di Catania Enzo Bianco, accogliendo la sollecitazione venuta dall’Assostampa, il sindacato unitario dei giornalisti a livello provinciale, regionale e nazionale, ha convocato un incontro per lunedì mattina alle 10,30 nella Sala Giunta. “Si tratterà – ha detto Bianco – di una prima presa di contatto per cercare di definire i termini del problema. Catania è sempre stata una delle capitali dell’informazione nel Sud. Qui è nata negli anni Settanta la prima emittente televisiva via etere, Teletna, e si sono sviluppate grandi e piccole televisioni private di grande professionalità soprattutto nella realizzazione di programmi giornalistici. E poiché l’informazione rappresenta uno dei presupposti della democrazia dobbiamo batterci tutti perché il patrimonio rappresentato dai giornalisti e dai tecnici che tanto bene hanno lavorato in questi anni non venga disperso e mortificato”.


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