Le foto di Bianco |e la provocazione laica - Live Sicilia

Le foto di Bianco |e la provocazione laica

Un libro-fotografico. Prefazione di Giuseppe Frazzetto, testi Salvatore Spoto e Giuseppe Lazzaro Danzuso.

E' viva Sant'Agata
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CATANIA – E se sant’Agata fosse davvero “L’antesignana del femminismo ai tempi dei social media”. Come incrocio non è affatto male, davvero. Il mix diacronico non può che incuriosire come immagine. E di immagini appunto si parla. È viva Sant’Agata (Fausto Lupetti Editore, 2016) rientra tra i cosiddetti librifotografici. Gli scatti sono di Alberto Bianco, ma a parte le foto c’è di più. Non solo l’apparato testuale, che è curato dai giornalisti Giuseppe Lazzaro Danzuso e Salvatore Spoto, con prefazione di Giuseppe Frazzetto.  Su carta c’è un’operazione culturale prima ancora che cultuale. Oltre al gioco di parole, più di altre pubblicazioni sulla Festa, stavolta irrompe nel dibattito il punto di vista laico e secolare. Una prospettiva che non annulla il valore sacro di una festa che è segnalata come la terza al Mondo per partecipazione religiosa, ma che le è consustanziale.

Agata come eroe in rosa, Agata femminista, Agata vittima di femminicidio.  Tutto vero, ma la santità è altro, anche se come flagranza può avere contemporaneamente a che fare con tutti e tre questi fattori. Ecco le coordinate per sfogliare un libro che per la bellezza delle sue figure scivola da sé. In mezzo c’è l’antropologia e tanta sociologia. “Sant’Agata come Totem”, un’immagine che non farà esultare di gioia i preti, ma che tuttavia va presa in considerazione, soprattutto nell’era dei selfie e del 2.0, in cui i santi sono dell’icone social da condividere alla velocità di un click. D’altronde, non era stato “Emile Durkheim a sostenere – come segnala Danzuso – che le divinità adorate da un popolo coincidono con il suo tessuto sociale. Ecco perché, in una terra in cui l’unica offesa scatenata dall’offesa a una donna, la storia della vergine insidiata dal potente deciso a violarne corpo e anima risultò un elemento capace di scuotere, emozionare, entusiasmare”.

Sant’Agata come storia. Senza quella, senza la concretezza, senza le ossa della martire, c’è poco di cui discutere. Ecco, tra le foto di Bianco ne troverete tanta e di immediata. Nozioni che possono sorprendere anche chi è convinto di conoscere “tutto della Festa”. No, c’è sempre un di più da spulciare e quel di più viaggia con le novità di una festa che negli ultimi dieci anni è stata scossa, anche terribilmente, da mutamenti profondissimi, producendo a sua volta dei suoi martiri. Ma inconsapevoli ed evitabilissimi.


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