Palermo poverissima in una grotta | "Orlando faccia un atto di umiltà" - Live Sicilia

Palermo poverissima in una grotta | “Orlando faccia un atto di umiltà”

Il sottopasso di villa Trabia (foto Robotti)

La storia del sottopasso di via Mattarella. Il dramma sociale. E la polemica.

L'emergenza
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La nuda povertà di Palermo scorre e soffre dietro la meraviglia dei suoi magnifici scorci. E quando si intravvede, dalle pietre dell’indifferenza che si sgretola, emerge qualcosa che ha tutte le sembianze di un offeso stupore. Come se questa miseria rampicante tra gli stucchi fosse la polvere sotto il tappeto che non è opportuno annotare per il decoro, come se non fosse testimonianza di dolore ma semplice sistemazione incongrua di arredi urbani.

La storia delle ombre che vivono – secondo notizie sparse e denunce social – nelle ‘grotte’ del sottopasso di villa Trabia, in via Mattarella, la vicenda di un degrado che ieri ha richiesto l’intervento dei vigili urbani, dopo la segnalazione di Marcello Robotti, presidente di ‘Vivo Civile’, è un contrappunto di dramma nella faticosa marcia palermitana verso un orizzonte di normalità.

Persone accucciate nel buio, in una strada residenziale e trafficata. Entità impalpabili che si nascondono nell’oscurità dell’indigenza. Giuseppe Mattina, l’assessore alle Attività sociali, è un uomo attento, che proviene dal volontariato. La sua dichiarazione, in calce all’articolo di LiveSicilia, gronda dell’umanissima impotenza di chi raccoglie il mare con un secchiello: “Ci sono un uomo e una donna che hanno preso dimora lì e che stiamo cercando di inserire in un percorso di presa in carico complicato che stiamo costruendo. E c’è pure un’altra situazione che abbiamo provato a risolvere, ma in atto è stato impossibile comunicare, non per nostra scelta”. Si fa, si tenta, però non è mai abbastanza.

Ed è normale che Palermo poverissima solleciti il dibattito politico. Eppure le reazioni, ancorché critiche e puntute, appaiono segnate dal peso dell’irrisolvibile. “Mi sembra grave che la capitale della cultura non lo sia anche dell’accoglienza non solo per chi viene da lontano, ma pure per chi vorrebbe riconosciuti i suoi diritti di cittadinanza – dice il consigliere comunale dei ‘Coraggiosi’, Fabrizio Ferrandelli -. Bisogna rimettere al centro l’emergenza abitativa, il vero tema urgente”. Aggiunge il consigliere pentastellato Igor Gelarda: “Per fortuna c’è un assessore dedito al suo compito e sensibile come Giuseppe Mattina. Non basta. Il sindaco faccia un atto di umiltà e di buona volontà, ammetta che ci sono falle nel sistema. Nessuna comunità può essere grande se non guarda chi sta all’ultimo banco”. Pure Gelarda ha una storia di impegno sociale.

Renzo Messina, pilastro della Comunità di Sant’Egidio che, con le sue ronde benefiche, tenta di ridurre il danno, commenta: “La situazione della povertà in città è drammatica. La gente trova sistemazioni di fortuna, magari dormendo in macchina. Qualche tempo fa in una vecchia auto abbiamo soccorso una famiglia: padre, madre e tre bambini. Per fortuna, quella situazione è rientrata. Il meccanismo è sempre lo stesso: perdita del lavoro, sfratto, macchina…”.

Una incessante notizia del disastro su cui risuonano ancora le parole dell’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice: “Una politica distante, che diventa, per certi aspetti, cortile, dimentica il sangue e la sofferenza della gente e di quanti oggi vivono in uno stato di povertà avanzata. Il nostro Paese è in ginocchio e di questo bisogna prendere atto e occuparsi”.

E i preti che garantiscono la solidarietà, i sacerdoti impegnati, lì dove la nudità fa più male, non hanno mai smesso di rilanciare l’acutezza di un grido. Ma poi tutto rientra nella narcosi dei sentimenti e delle riflessioni.

Fino a quando non spunta il caso eclatante: Biagio Conte sotto i portici, la famiglia disagiata, gli abitatori della grotta… Palermo, allora, si sveglia, si indigna, dà la colpa a qualcuno per un lunghissimo minuto di esecrazione. Infine, placata dalla sua stessa immagine fiammeggiante nello specchio del narcisismo, Palermo si riaddormenta.

 


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