Voglia di mafia e vendetta: se c'è chi chiede l'aiuto dei boss

Voglia di mafia e vendetta: c’è ancora chi chiede aiuto ai boss

Il padre di un figlio picchiato in discoteca e un agricoltore si rivolsero ai Vitale di Partinico

PALERMO – La voglia di mafia resiste. Forte come sempre. Lo dimostra l’ultima indagine della Procura di Palermo sul mandamento di Partinico e sugli affari della droga. Un’inchiesta che individua l’uomo chiave in Nicola Lombardo, forte della parentela con il capomafia ergastolano Leonardo Vitale, di cui è genero. È divenuto anch’egli un Fardazza.

Un cognome che vuol dire potere e prestigio. Un prestigio che troverebbe conferma nelle richieste di aiuto che gli provenivano dalla gente comune. A Partinico c’è ancora chi con una naturalezza che disarma ritiene di doversi rivolgere al potente di turno per un torto subito.

Addirittura per vendicarsi, come nel caso del padre di un giovane che era stato picchiato la notte di Ferragosto in una discoteca di Balestrate. Cercò un incontro con Lombardo, tramite Nunzio Cassarà, che di Lombardo viene considerato il braccio destro. Di mezzo c’era una ragazza: “… mio figlio era fidanzato con una ragazza, si è lasciato un anno fa… da quando è che si è messa con lui… poi successe qualche mese fa a ‘Le Grotte’… i buttafuori subito presero a lui, e lui si è lasciato andare con il buttafuori, e quelli giustamente cominciarono a picchiarlo”.

Il nuovo fidanzato della ragazza era geloso: “… ora la vigilia di Ferragosto, era là con femmine e amici, ci è passato a lato e gli disse: ‘stasera ti ammazzo’ gli fa, e mio figlio: “Ma perché non mi lasci tranquillo e ti fai la serata tranquilla? Non mi disturbare, stai tranquillo”.

Altro che serata tranquilla. Al padre arrivò la notizia: “… vedi che a tuo figlio hanno scannato… io mi ero partito per ammazzare”.

Lombardo placò la sete di vendetta: “… allora, io la verità, ti dico la verità, mi dispiace che è suo figlio ma neanche mi ci vorrei andare a intromettere proprio… ora che ci devo andare a sistemare io? Che ci posso dire? Non lo devi fare più? Cosa ci devo andare a dire?”.

Lombardo al contrario non si tirò indietro quando ci fu di difendere un’altra ragazza. Fermò in strada un uomo di norme Sergio che lo sfidò: “Tu chi sei?”. “Ora te lo dico chi sono… le parole te le devi inghiottire… non ti permettere mai più”. Il giovane era spavaldo: “Sappiamo che sei mafioso… lo sappiamo”.

Un’altra volta fu un agricoltore a chiedere a Lombardo di intervenire nei confronti di un pastore, che aveva portato le pecore a pascolare nel suo terreno, rovinando il raccolto: “… abbiamo avuto poco fa un bordello, un poco di battibecco… gli dissi mi devi pagare il frumento”. Il pastore non aveva alcuna intenzione di pagare i danni e lo prese pure in giro: “Dove te li devo portare i soldi, te li porto”. La riposta fu glaciale: “Va bene gli dissi: te lo mando io… che glieli dai tu a lui i soldi”.

L’agricoltore pensava alla soluzione estrema: investire il gregge. Ma Lombardo gli garantì il suo aiuto: “No no no non fare queste cose, non fare queste cose che poi ti tiri il torto, ascolta a me, domani fammi finire che avevo questa mezza giornata che poi te lo dico io cosa devi fare… non ti preoccupare, ora… la risolviamo dai”.

E l’imprenditore si sottomise alla volontà di Lombardo, mostrando sudditanza psicologica. Si sentiva protetto, però. Protetto da un Vitale Fardazza, perché la voglia di mafia resta forte. A Partinico come in altri luoghi della Sicilia.


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