Vota quasi metà degli aventi diritto |Camera, i dati delle affluenze - Live Sicilia

Vota quasi metà degli aventi diritto |Camera, i dati delle affluenze

Le trappole della legge elettorale e gli aggiornamenti. Seggi aperti dalle 7 fino alle 23. (Con la collaborazione di Melania Tanteri)

CATANIA – Arriva quasi al 50 per cento l’affluenza alle ore 19. Secondo i dati riportati sul portale del ministero dell’Interno Eligendo, nella provincia di Catania è andata a votare fino a ora quasi la metà degli aventi diritto, il 46,91% percentuale leggermente inferiore a quella registrata in tutta l’isola, del 47,05%. Record a Sant’Agata Li Battiati dove ha votato il 59,63% degli aventi diritto, seguita da San Gregorio con il 56,45% dei votanti. Maglia nera a Biancavilla, dove ha votato ancora solo il 28,06% degli aventi diritto.

IL DATO DELLE 12. A mezzogiorno l’affluenza registrata in media a Catania è del 15 per cento. Nel capoluogo si registra il 15,35%, mentre il Comune con il maggior numero dei votanti, al momento, è Sant’Agata Li Battiati, con 21,56 % seguito da Aci Castello, al 21,06%. Quello in cui si è registrata l’affluenza minore è a Licodia Eubea dove si è recato alle urne l’8,30% degli aventi diritto

Intanto si registrano lunghe code in quasi tutti i seggi elettorali e fin dalle prime ore della mattina, complice anche il nuovo sistema antifrode che rallenta un po’ le operazioni. Segnalati anche alcuni minorenni utilizzati come “suggeritori” all’esterno di alcuni seggi nel quartiere di San Giovanni Galermo

L’INCOGNITA DLELA LEGGE ELETTORALE. Tutti al voto, tutti al voto. Dalle 7 di stamani fino alle 23, i seggi rimarranno aperti per il rinnovo dei rappresentanti alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica. Lo si farà con una legge elettorale nuova di zecca e per certi aspetti insidiosa, almeno per gli elettori meno informati: il cosiddetto Rosatellum. Anzi, Rosatellum bis. Già perché il travaglio che ha portato a esitare il progetto che ha come primo firmatario Ettore Rosato, parte da molto lontano. Dal tracollo dell’Italicum per la  Camera a seguito delle amputazioni decise dalla Corte costituzionale, e dalla necessità di omogeneizzare il sistema elettorale di entrambi i rami del Parlamento. Appunto perché il rischio sul piatto era che gli italiani votassero per l’altra camera, cioè il Senato, con il Consultellum: ovvero il Porcellum modificato sempre dai giudici di piazza del Quirinale.  Insomma, un vero guazzabuglio in salsa latinorum, i cui strascichi potrebbero riaffiorare la notte stessa del voto. Il motivo è chiaro e ha infiammato gli ultimi giorni di campagna elettorale: dalle urne potrebbe non uscire una indicazione netta affinché possa nascere un governo autosufficiente e coerente con le coalizioni che i cittadini vedranno rappresentate oggi sulle schede. Ma quella sarà una questione a cui il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sarà chiamato a rispondere in via esclusiva.

Intanto c’è da pensare al voto. E sgombrare il campo mentale rispetto ai vecchi meccanismi e alle interferenze di chi pensa che l’attuale sistema elettorale abbia in qualche modo a che fare con quello delle scorse Regionali o delle recenti amministrative. Il Rosatellum reintroduce in minima parte i collegi uninominali ma tiene salva la funzione proporzionale dei partiti all’interno di perimetri di coalizione. Gli elettori già venticinquenni avranno quindi nelle mani due schede; i più giovani invece solo quella per Montecitorio. Una rosa per la Camera e una gialla per il Senato. In entrambe le schede dovranno indicare con una “x” il voto per il candidato del collegio uninominale e con un’altra la preferenza per uno dei partiti che lo sostiene. È possibile anche optare soltanto per il singolo candidato o per il singolo partito, in quest’ultimo caso la preferenza andrà in automatico anche al rappresentante collegato all’uninominale. Al contrario, il voto per il candidato del maggioritario andrà ripartito tra tutti i partiti della coalizione. Non è consentito in alcun modo il cosiddetto voto disgiunto, pena l’annullamento della scheda. Per intenderci, chi vota per Tizio non potrà sostenere contemporaneamente il partito che sostiene Caio o Sempronio. Appunto per questo, per facilitare gli elettori, quasi tutti i partiti hanno puntato su di una comunicazione mirata a sbarrare esclusivamente la lista. Inoltre, non è possibile esprimere alcune preferenza in funzione dei singoli candidati.

Ma c’è una novità nella novità. Ed è l’etichetta antifrode. Un meccanismo studiato per evitare strani meccanismi di controllo del voto e l’introduzione illegale di schede prevotate. Nei fatti, ogni scheda, sia per la Camera che per il Senato, prima della consegna all’elettore deve essere dotata di un tagliando rimovibile con un codice progressivo alfanumerico generato in serie e proveniente da una bobina con dei bollini adesivi che verrà consegnata ai componenti del seggio. Dopo che l’elettore avrà votato e restituito la scheda al presidente del seggio, l’appendice con il tagliando verrà staccata e conservata: a questo punto i componenti del seggio controllano che il numero progressivo sia lo stesso di quello annotato prima della consegna della scheda sul registro elettorale. Dopo questa verifica il presidente potrà inserire la scheda stessa nell’urna. Uno strumento nuovo, probabilmente utile, che però rallenterà le operazioni di voto.

Per quanto attiene lo spoglio delle schede, avverrà immediatamente dopo la chiusura dei seggi. Già in nottata sarà quindi possibile conoscere i nomi dei vincitori ai collegi uninominali di Camera e Senato. Si prevedono invece calcoli ben più lunghi per conoscere gli eletti ai plurinominali.


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