Voti in cambio di soldi| L'ultima bufera su Pellegrino - Live Sicilia

Voti in cambio di soldi| L’ultima bufera su Pellegrino

La Procura avrebbe documentato la consegna di almeno 5300 euro.

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CATANIA. E’ attorno al nome di Riccardo Pellegrino, candidato alla poltrona di primo cittadino di Catania, che ruota l’ultima clamorosa inchiesta condotta dalla Dda etnea.Sullo sfondo la campagna elettorale del 34enne alle ultime elezioni per il rinnovo dell’Ars. Una candidatura osteggiata all’interno della stessa coalizione a sostegno di Nello Musumeci, che proprio di Pellegrino si era occupato, nelle vesti di presidente della Commissione regionale antimafia, per alcune relazioni pericolose. Come quella, strettissima, con Carmelo Mazzei, figlio incensurato del boss Nuccio. O dello stesso fratello, Gaetano Pellegrino, detto ‘u funciutu, ritenuto uno dei più fedeli colonnelli del capomafia dei Carcagnusi.

Secondo le accuse contestate dai sostituti procuratori Marco Bisogni e Barbara Laudani, Riccardo Pellegrino avrebbe cercato di raccogliere consenso elettorale acquistando pacchetti di voti. Cinquanta euro il valore in media di ogni singola preferenza. I reati contestati, commessi tra i comuni di Aci Catena, Acireale, Ramacca e Vizzini, sarebbero stati consumati tra maggio e novembre dello scorso anno. A fungere da intermediari ci sarebbero stati anche l’ex sindaco di Aci Catena Ascenzio Maesano e l’ex presidente del Consiglio comunale di Mascali Biagio Susinni.

Due nomi, questi ultimi, accomunati da un lento ma inesorabile declino politico determinato da inchieste giudiziarie che hanno travolto i rispettivi comuni. Dall’inchiesta Gorgoni, condotta dalla Dia sulle infiltrazioni mafiose nel ciclo dei rifiuti in alcuni comuni della provincia di Catania, tra cui proprio Aci Catena, avrebbe preso il via quest’ultimo filone investigativo. L’ex sindaco catenoto è accusato di aver messo in contatto, insieme a Biagio Susinni, Riccardo Pellegrino con Giuseppe Panebianco, tra gli indagati dell’inchiesta, per “consentire la compravendita dei voti in favore del Pellegrino e mantenere così – si legge nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari – l’influenza politica del Maesano sul territorio di Aci Catena”.

La Procura di Catania avrebbe documentato la consegna di almeno 5300 euro, corrisposti per ottenere consensi per lo più tra Aci Catena ed Acireale. Tra gli indagati c’è anche Antonino Castorina, più noto come Lillitta, organizzatore con l’associazione “Sveglia”, nella frazione acese di Guardia Mangano, di numerosi eventi. Castorina, che sarebbe stato pronto a candidarsi anche alle prossime elezioni acesi, avrebbe ottenuto “il pagamento della somma di 1300 euro per l’organizzazione di un evento nel Comune di Aci Catena, al fine di ottenere consensi elettorali in favore del menzionato Pellegrino”. La cifra sarebbe stata corrisposta subito dopo la consultazione elettorale.

 

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