Wind, scadenze e liti: la storia fragile dei lavoratori del consorzio

Wind, scadenze e liti: la storia fragile dei lavoratori del consorzio

La scadenza è vicina. Chi teme di perdere il posto

PALERMOQuesta è una storia di fragilità siciliana. L’ennesima che chiama in causa il lavoro appeso a un filo. Sono fragili i suoi protagonisti e si sentono precarissimi, con le loro famiglie, all’orizzonte cupo di una scadenza. “Siamo 245 lavoratori, di cui l’ottantacinque per cento persone disabili, e lavoriamo in mono-commessa, con Wind3, grazie al consorzio Sintesi, come call center – dice Raffaella Usenza lavoratrice iscritti alla Cgil -. Siamo al nostro posto da diciassette anni, grazie a una convenzione tra la Regione, il consorzio, l’azienda e il centro per l’impiego”. “Il 31 dicembre – continua Raffaella – scade il rapporto. Noi chiediamo di essere assunti dalla Wind, non ci interessa transitare in un’altra cooperativa. E’ la convenzione stessa che indica questa soluzione”.

Il sit-in dei lavoratori

I lavoratori hanno inscenato un sit-in a Palazzo d’Orleans. Le loro ragioni sono riassunte in un comunicato. “Intendiamo rappresentare al presidente della Regione – sono parole di Michele Morello, rappresentante terzo settore per la Fp Cgil Palermo – il disagio delle lavoratrici e dei lavoratori, tra poco ex di Call.it, dal momento che la convenzione con il consorzio Sintesi scadrà il 31 dicembre e il dissenso per la loro mancata assunzione in Wind3, nel rispetto degli accordi e della convenzione stipulata, tramite la Regione, negli anni passati”.

“Posto che ormai la possibilità di un rinnovo della convenzione con Sintesi è tramontata – aggiunge Morello – Wind3 ha l’obbligo di assumere i lavoratori, che è quello che questi lavoratori fragili attendono. E noi chiediamo che la Regione si attivi per dare corso a quanto previsto nella convenzione, per la salvaguardia dei quasi 250 lavoratori coinvolti”. Un tavolo tecnico è stato convocato per il prossimo 30 ottobre.

Le divisioni tra i lavoratori

La posizione di chi chiede una assunzione diretta è largamente maggioritaria. Poi c’è una parte a cui andrebbe bene la prosecuzione dell’esperienza con un altro consorzio. Sono quelli di Fisascat Cisl, il sindacato capitanato da Mimma Calabrò. Una contrapposizione che ha dato luogo a una dialettica anche aspra.

“Con un nuovo contratto con una diversa cooperativa – dice Calabrò – si garantirebbe l’intero bacino, senza perdere un posto di lavoro. In caso di assunzioni dirette solo alcuni sarebbero garantiti e molti resterebbero fuori. Inoltre, è giusto rilevare che un assunto può essere spostato in qualunque sede. Noi siamo concreti e cerchiamo di individuare le soluzioni realmente applicabili”. Ci saranno altri appuntamenti, rinnovati incontri e diversi ‘tavoli tecnici’, termine che chi si occupa di lavoro in Sicilia conosce benissimo. Alle volte rappresenta una soluzione, oppure il preludio di una chiusura.


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