PALERMO – “Faccio un passo indietro”. Con queste parole Marco Zambuto si è dimesso da presidente del Pd in Sicilia. La decisione è stata presa per le polemiche nate dopo la rivelazione di un incontro di Zambuto con Berlusconi a Palazzo Grazioli, per scegliere, secondo quanto riporta Repubblica, la candidatura di Silvio Alessi alle primarie del centro sinistra ad Agrigento. A sollecitare un passo indietro di Zambuto diversi deputati regionali come Antonello Cracolici, Marika Cirone e il capogruppo Baldo Gucciardi. Ma anche i vertici nazionali e regionali del partito avrebbero spinto per le dimissioni.
“Respingo con sdegno il barbaro tentativo di coinvolgermi politicamente in un episodio di solidarietà umana nei confronti di un vecchio amico con il quale oggi i percorsi politici sono totalmente diversificati e assolutamente distanti”, dice Zambuto all’ANSA. “Gallo Afflitto era in difficoltà perché alcuni media avevano rilanciato le dichiarazioni di un pentito secondo il quale il deputato nel 1988 avrebbe concorso a un omicidio di mafia. Mi ha chiesto lui, insomma, di testimoniare davanti a Berlusconi sulla sua onestà – sostiene Zambuto -. E lo ha chiesto a me proprio perché, da avversario, potevo risultare credibile”. Le gravi accuse nei confronti di Gallo Afflitto sono state ritenute dai magistrati prive di fondamento. “Nessuno, se non in completa malafede, può mettere in dubbio la mia linearità politica nei confronti del Pd e del suo progetto di cambiamento del paese. – aggiunge – Sono pronto a sopportare il peso mediatico di chi vuole strumentalizzare quanto accaduto, pur tuttavia consapevole del tempo di barbarie civile e politica che stiamo vivendo, in cui non si riescono più a distinguere i gesti e il loro significato, sono pronto a fare un passo indietro e rimettere il mio mandato all’assemblea regionale del Pd affinché non sia proprio il Partito Democratico che oggi coraggiosamente guida l’Italia con il Premier Matteo Renzi, a dover subire una vergognosa ed ignobile macchina del fango”. Zambuto ribadisce “l’assoluta ininfluenza politica dell’ incontro, in quanto in quella data le primarie della coalizione Ag 2020 erano già state indette e al tavolo costituente avevano preso parte tutti i rappresentanti del Pd compreso il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta”. “Ribadisco, se proprio una colpa mi si vuole attribuire in questa vicenda, – conclude – è quella di essere stato solidale con chi si trovava umanamente in difficoltà. Ma io di questo non devo scusarmi proprio con nessuno”. Ieri intanto la coalizione delle Primarie di Agrigento ha dato via libera alla proposta di candidatura del deputato nazionale Angelo Capodicasa a sindaco della città dei Templi. E’ passata dunque la linea del segretario del Pd Fausto Raciti che aveva scaricato Alessi, vincitore delle primarie.