Zen, il "mistero" dell'acqua| tra tubi e allacci abusivi - Live Sicilia

Zen, il “mistero” dell’acqua| tra tubi e allacci abusivi

Alcune insulae dello Zen non sono allacciate alla rete idrica, però ricevono lo stesso l'acqua. Da dove viene? A scoprirlo casualmente sono stati alcuni operai dell'Amap.

PALERMO – Alcune cose, a Palermo, non sempre sono facili da spiegare. E tra queste c’è il “mistero” di come l’acqua arrivi alle insulae dello Zen, dotate sì di un impianto idrico ma non allacciate alla rete comunale: e così gli abitanti del quartiere si ritrovano a pagare non le normali bollette ma, come hanno testimoniato diverse inchieste giornalistiche, una piccola “tassa” a personaggi che si muovono al limite della legalità. E, per l’appunto, la domanda è semplice: ma quella l’acqua da dove arriva?

Una risposta, seppur parziale, è arrivata in questi ultimi giorni quando alcuni operai dell’Amap hanno effettuato dei lavori ad alcune tubature di via Trapani Plescia, vicino via Marciano, sostituendo vecchie condotte, ormai mal ridotte, con nuove che evitassero perdite e infiltrazioni con danni anche alle abitazioni circostanti. Ebbene, appena gli operai hanno chiuso l’erogazione dell’acqua in una determinata tratta delle tubature, improvvisamente, e per una curiosa coincidenza, i rubinetti di due insulae sono rimasti a secco.

“Abbiamo immediatamente comunicato la cosa ai vigili e alla Prefettura – dice l’avvocato Giuseppe Ragonese, direttore dell’Amap – evidentemente in quel punto c’erano alcuni allacci non regolari”. E a colpire gli operai è stato anche il fatto che il punto in questione risulta assai distante dalle insulae, a testimonianza di un allaccio abusivo particolarmente esteso e articolato. Non solo, ma quando le autorità, preoccupate dalla possibile protesta dei residenti, si sono messe in moto, hanno scoperto che dopo qualche ora l’acqua era regolarmente tornata a scorrere nelle due insulae, frutto di allacci alternativi creati repentinamente.

“Nel 2009 abbiamo siglato un protocollo d’intesa con lo Iacp – continua Ragonese – che ha provveduto a creare un nuovo sistema in una insula presa a campione: l’obiettivo era di applicare tariffe assai vantaggiose per consentire a 160 utenti di firmare un contratto e regolarizzare la propria posizione. Be’, su 160 hanno risposto positivamente in appena 23”.

 


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