PALERMO – Cosa ne sarà della Ztl? La domanda se la pongono in tanti, ma ad oggi una risposta ancora non c’è. L’ordinanza con cui il Tar ha sospeso il provvedimento fino al prossimo 9 novembre ha scatenato il caos a Palazzo delle Aquile, dove gli uffici sono al lavoro per capire come rispondere alla decisione dei giudici amministrativi. Nel corso del conclave orlandiano tenutosi domenica a Terrasini, è uscita una linea politica chiara: l’assessore alla Mobilità Giusto Catania non si tocca e non si torna indietro sulla mobilità sostenibile.
Il che, però, non è stato ancora tradotto in una proposta concreta. Scartata l’ipotesi di ricorrere al Cga, Palazzo delle Aquile ha di fronte a sé tre strade: lasciar perdere del tutto l’idea di una zona a traffico limitato, riproporre quella esistente accogliendo i correttivi del Tar oppure pensarne un’altra, più piccola e limitata al centro storico. La prima opzione, ossia fare retromarcia, non è in questo momento presa in considerazione. Il sindaco lo ha detto alla stampa e lo ha ribadito domenica ai suoi: sulla mobilità sostenibile si va avanti senza tentennamenti.
La pratica è ancora nelle mani di Catania, ma comunque è stata creata una task force che mette insieme vari uffici comunali e di Amat per raccogliere dati e studi che supportino la nuova proposta. Una mossa per garantire maggiore collegialità (evitando anche che Catania faccia da parafulmine per tutti) e per non farsi cogliere nuovamente in fallo dal Tar. Niente vieterebbe al Comune di rispondere ai rilievi del Tar modificando quanto già approvato e cioè prevedendo una partenza a scaglioni (prima Ztl 1 e poi la 2), implementando la mobilità alternativa ed evitando di far apparire il pass come una tassa occulta. La terza strada è quella che porta a una Ztl più piccola, magari limitata al centro storico, con tariffe più basse. C’è poi una quarta via percorribile, che porta al ricorso al Cga, ma al momento appare molto remota (e comunque i termini scadono in settimana).
Il primo cittadino ha predicato calma e sangue freddo, anche se far partire la Ztl dopo l’estate significherebbe farlo troppo a ridosso della campagna elettorale e sarebbe politicamente pericoloso. Si preme il piede sull’acceleratore invece per i rimborsi: il sindaco ha incaricato Catania, Abbonato, Gristina e Giambrone di trovare una via immediata per restituire i soldi ai palermitani che non vogliono aspettare la nuova eventuale Ztl. Dal 26 aprile partiranno le operazioni per la restituzione delle somme.
Il problema più significativo, semmai, è quello legato alle casse dell’Amat che adesso si ritrovano con il rischio di una voragine nei conti. Il Comune dovrà dire dove prenderà i soldi per sostenere non solo il tram, ma in generale tutti i servizi come autobus, car e bike sharing. L’unica “buona” notizia per via Roccazzo dovrebbe invece arrivare dal fronte rincari strisce blu (600 mila euro) e servizio rimozione (700 mila euro, secondo il piano industriale): l’azienda, dopo la prima sospensiva del Tar, aveva congelato gli aumenti ma la seconda sospensiva non riguarderebbe questi due settori, che quindi potrebbero mantenere i prezzi rialzati.
Infine capitolo targhe alterne. Il provvedimento sarebbe dovuto andare in soffitta contestualmente all’avvio delle Ztl, ma dopo il Tar le targhe alterne sono rimaste formalmente in vigore: peccato che non sia possibile fare multe perché nel frattempo i cartelli sono stati levati. “Li metteremo al più presto”, assicurano dal Comune. Anche perché al momento le targhe alterne rappresentano l’unico vero strumento per limitare la circolazione in centro e abbattere lo smog.