Ztl, radiografia di un disastro | Cosa non ha funzionato - Live Sicilia

Ztl, radiografia di un disastro | Cosa non ha funzionato

Giusto Catania e Leoluca Orlando

Dalle responsabilità politiche a quelle tecniche: le cause di un flop, per certi versi, annunciato.

Palermo - il caso
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PALERMO – Un disastro per certi versi annunciato, un flop che adesso rischia di trasformarsi in un boomerang per l’amministrazione comunale. Il rinvio della partenza della Ztl a Palermo al 15 aprile è solo l’ultimo atto di una via Crucis iniziata a metà marzo con le prime difficoltà nella procedura di acquisto telematico dei pass e continuata con le code agli sportelli, la mancata apertura del punto vendita di via Basile, il fallito avvio del pagamento con carta di credito e perfino la sospensiva del Tar. Una sfilza continua di intoppi e contrattempi che lo stesso sindaco Orlando ha definito una “tempesta perfetta”, visto che in questa vicenda niente sembra aver funzionato a dovere.

La Ztl, innegabilmente, è un provvedimento impopolare ma alle rimostranze di chi non vuol pagare, dei residenti e dei commercianti, si sono aggiunte quelle di chi, pur volendo acquistare il pass, ha dovuto scontrarsi con procedure talmente complesse da rendere ardua l’impresa anche per il più convinto ambientalista.

Partiamo dal sito messo a punto in fretta e furia dalla Sispi. Un sistema farraginoso che richiede, per esempio, di scansionare in un unico file la carta di circolazione e il documento di identità, suggerendo di farlo in scala di grigi e a 150 dpi: non proprio una passeggiata per chi ha poca dimestichezza con il mezzo informatico. Ma come se non bastasse, anche per correggere un semplice errore è necessario scrivere una mail all’Amat e alla Sispi e attendere che questo venga corretto, senza che ci sia un meccanismo automatico di correzione dei dati inseriti. Per non parlare dei vari difetti del sistema: dai momenti in cui va in tilt a quando azzera la maschera dei dati per motivazioni non sempre chiarissime. Inoltre non tutte le informazioni sono chiare: siti di questo tipo, per esempio, solitamente danno anche indicazioni all’utente sul dove reperire le informazioni richieste, come per esempio il tipo di omologazione dell’autovettura, ma di tutto questo sul sito del Comune non c’è traccia. Delle due l’una: o Sispi non era in grado di predisporre un sistema di questo tipo oppure qualcuno ha sbagliato le previsioni.

Non è andata meglio con i 14 sportelli Amat (al netto di quelli mai aperti all’Università) o con gli operatori del centralino: troppo pochi per poter reggere l’ondata di cittadini che li ha presi d’assalto anche per le informazioni più banali, dovendosi scontrare con code chilometriche e attese estenuanti. Se a questo si aggiunge che l’Amat non è attrezzata per operazioni di questo tipo, la frittata è fatta.

Poi è stata la volta del pagamento telematico, cioè con carta di credito o postepay. Annunciato per il 21 marzo, non è praticamente mai partito: secondo quanto riferito dal sindaco Orlando, Poste Italiane solo all’ultimo ha detto di avere riscontrato più di un problema nel far interagire i sistemi informatici. Il risultato è che in tanti non hanno potuto pagare direttamente sul web e potranno farlo solo da sabato prossimo.

Infine c’è il problema delle telecamere: l’azienda che si deve occupare della loro attivazione non si è ancora messa all’opera per via della scadenza del Durc che impedisce la firma del contratto. Morale della favola, solo tra questa e la prossima settimana si potrà firmare e poi ci vorranno ancora tre mesi per far funzionare gli occhi elettronici. Il che significa che, almeno fino all’estate, il controllo sarà tutto affidato alla Polizia municipale che però, non potendo presidiare tutti i varchi, si limiterà a pattuglie volanti e postazioni mobili che, in un’area così vasta, saranno come una goccia nel mare.

Un caos forse in parte prevedibile, se si considera che il Comune ha dato alla città appena due settimane per richiedere e ottenere il pass, pur di poter partire il 31 marzo: una fretta che non ha fatto bene alla macchina che si è da subito inceppata. Il primo cittadino, parlando con i giornalisti, ha detto di non voler puntare il dito contro nessuno, pur ammettendo che le aziende non erano pronte: né contro l’assessore, né contro le partecipate, né contro Poste o banche varie. E’ innegabile però che il sistema non abbia retto e che la città sia andata in tilt.

Le difficoltà dei cittadini hanno così spinto ieri mattina il Comune a rinviare tutto al 15 aprile: una mossa veramente azzeccata, visto che qualche ora dopo è arrivata la decisione del Tar di sospendere almeno fino al 6, quando i giudici entreranno nel merito del provvedimento. E’ emblematica però la motivazione del Tar: le difficoltà riscontrate dall’utenza nell’acquisizione dei pass e (cosa un po’ più singolare) il fatto che queste difficoltà abbiano “trovato riscontro in vari articoli di stampa”. La mossa del tribunale è uno smacco per l’amministrazione, ma di certo sarebbe andata peggio se questa fosse arrivata prima del rinvio del Comune.

E adesso cosa succederà? Il Tar il 6 aprile si pronuncerà nel merito e da lì si capirà la sorte della Ztl ma in generale dell’amministrazione. Una bocciatura sarebbe una mazzata terribile per il sindaco e per l’assessore Catania, di cui tanti ora chiedono le dimissioni: dal Pd, in realtà un po’ spaccato, al centrodestra, passando per Confcommercio. Se invece il Tar dovesse decidere che la Ztl può restare in vigore, comunque il primo cittadino si troverebbe di fronte all’ardua impresa di far digerire il provvedimento prima delle prossime elezioni. Intanto il Professore ha scritto al governo Renzi chiedendo di impugnare l’articolo della Finanziaria regionale che impone ai comuni l’adozione di un regolamento: una spada di Damocle di non poco conto con cui però si dovrà fare i conti solo più in là.


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