Si allarga lo scandalo | Il rettore: "Pulizia" - Live Sicilia

Si allarga lo scandalo | Il rettore: “Pulizia”

Esami fasulli a Palermo, altri casi
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Esami fasulli, mai sostenuti, eppure caricati nel curriculum di una studentessa che è stata fermata sulla soglia della laurea. E’ lo scandalo degli esami truccati all’Università di Palermo, scoppiato questa estate, su cui ora indaga la procura della Repubblica di Palermo. Un caso a cui se n’è aggiunto un altro, riguardante un’altra studentessa della facoltà di Economia e che ha portato alla rimozione di due segretari.

La denuncia è stata inoltrata dallo stesso rettore, Roberto Lagalla, che ha istituito una commissione interna per fare luce su questi ed eventuali altri casi. Il “trucco” sarebbe stato semplice. Gli esami fittiziamente sostenuti – secondo l’accusa – venivano caricati nel database dell’Università, così quando si faceva richiesta di ammissione agli esami di laurea, tutto sembrava a posto. Sembrava, appunto. “Ho disposto un riordino complessivo delle segreterie e ho preteso per la procedura di ammissione agli esami di laurea, oltre alla formale verifica informatica, anche quella delle ‘carte’ – racconta il rettore – facendola studente per studente: si prende il fascicolo cartaceo e si compie un’analisi molto accurata. Così è risultato che una studentessa non aveva sostenuto tutte le materie. L’abbiamo chiamata e le abbiamo contestato la vicenda, lei ha ammesso tutto”. In pratica non c’era corrispondenza fra quanto caricato nel database e quanto risultante dagli statini e dai verbali dell’esame, in cui la studentessa non compariva. “Abbiamo così istituito un gruppo di lavoro presieduto dal prorettore per la didattica, il professor Vito Ferro – continua Lagalla – col compito di andare a ritroso negli anni ed è stata trovata un’altra posizione irregolare, sempre nella facoltà di Economia. Oltre al lavoro della nostra commissione, i casi sono stati segnalati alla procura”.

Ma se una studentessa è stata avvantaggiata, c’è stato chi, dall’altra parte, ha permesso che ciò accadesse. “Ancora in seguito all’indagine interna abbiamo rimosso in via ‘prudenziale’ i due segretari che avevano immesso i dati che non avevano riscontri nei verbali degli esami e negli statini. Ambedue nella facoltà di economia”. Ogni operatore di segretaria ha un suo codice, grazie al quale si è potuto risalire a chi ha inserito i dati fasulli. “Momentaneamente abbiamo destinato i due operatori ad altre mansioni. Certo, non sta a noi giudicare, avrebbero anche potuto incautamente lasciare la postazione, ma quello che abbiamo a disposizione sono i loro codici identificativi”.

Adesso che la pentola è stata scoperchiata, si va alla ricerca di casi simili. “Al vaglio ci sono una grande massa di posizioni in un’Università che fa alcune migliaia di laureati l’anno. Un riscontro puntuale che dà grande fiducia perché sono stati riscontrati solo questi due casi. Certo, è chiaro che non ce ne dovrebbe essere neanche uno”. Il controllo, ovviamente, non vale solo per il passato, ma anche nei confronti di chi fa richiesta di laurea, “diciamo che è stata resa più stretta la procedura per l’ammissione agli esami di laurea”. Ma non tutti i mali vengono per nuocere si direbbe. “Ci sono due dati che mi ‘consolano’ – spiega Lagalla – il primo è la nostra capacità di autoregolarci, di fare pulizia al nostro interno. Anche questo fa parte del processo di riqualificazione complessiva dell’Università di Palermo. L’altro dato, importante, è il numero basso di casi scoperti: questi due rappresentano una percentuale da prefisso telefonico. Questo sta a dimostrare la bontà e la qualità del sistema”.

Ma cosa avranno mai ottenuto i due operatori di segreteria dietro questa condotta? “A un discorso legato alla dazione di denaro prediligo l’ipotesi di permeabilità degli operatori”. Insomma due mele marce. “Diciamo così, ma per due mele marce non si butta tutto il cestino né chi le mele le produce”.


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