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LiveSicilia.it / Cronaca / Il sindaco e l’ipermercato all’ombra di Falsone

Il sindaco e l’ipermercato
all’ombra di Falsone

Il blitz
di Maristella Panepinto
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Un sindaco che finisce in manette per associazione mafiosa, il nome di Falsone e un tornado che investe una “tranquilla” cittadina di provincia. E’ accaduto stanotte a Castrofilippo, nell’agrigentino, dove in manette è finito il sindaco, Salvatore Ippolito. Con lui in carcere altri quattro compaesani, presunti compagni di merende, in un articolato gioco di mafia e appalti. Il blitz è stato condotto dalla squadra mobile di Agrigento, diretta dal vice questore aggiunto Alfonso Iadevaia e con il coordinamento della Dda di Palermo. “Family”, è stata chiamata così l’operazione, facendo riferimento alla famiglia mafiosa di Castrofilippo, smagliata dal blitz.

Secondo gli inquirenti, il sindaco Ippolito – 54 anni, eletto nel 2006 dentro una coalizione di centro destra – avrebbe favorito ripetutamente delle imprese colluse con la mafia. Il riferimento, in particolare, è alla realizzazione del centro commerciale Le Vigne – il più grande della provincia – già salito alla ribalta due anni fa, nel corso dell’operazione antimafia Agorà, sempre condotta dalla polizia agrigentina. In quella circostanza gli inquirenti appurarono come, di fatto, l’ipermercato stesse sotto l’egida di Giuseppe Falsone (in una foto recente), al tempo latitante. Intorno all’ex primula rossa si era creata una rete di imprese, che aveva gestito i lavori per la realizzazione dell’impianto commerciale. Tra gli appalti in odore di mafia, secondo gli inquirenti, ci sarebbero anche i capannoni del mercato ortofrutticolo della cittadina.

Ci sono voluti due anni di meticolose indagini, grondanti intercettazioni telefoniche e ambientali e supportate dal contributo dei collaboratori di giustizia, con in testa Maurizio Di Gati. E proprio Di Gati avrebbe fornito il nome dell’ottantenne Antonino Bartolotta, finito in manette stanotte con l’accusa di capo della famiglia mafiosa locale. Ai raggi x degli investigatori, sono finiti anche tre imprenditori locali: Ange lo Alaimo, classe 1947, Angelo Alaimo, 1957 e Giuseppe Arnone 1957, tutti in manette.

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Stanotte, nel corso dell’operazione, la polizia è andata a scavare tra le carte di Salvatore Ippolito, setacciando, centimetro per centimetro, la sua stanza al municipio. Potrebbe, infatti, non essere finita qui. I dettagli dell’operazione saranno resi noti alle 11 e 30, presso la questura di Agrigento, nel corso di una conferenza stampa, alla quale prenderà parte anche il procuratore aggiunto alla Dda di Palermo, Vittorio Teresi.

Maristella Panepinto

Tags: arresti · falsone · ippolito

Pubblicato il 22 Settembre 2010, 08:24
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