“Prendo atto che l’on. Mancino non sia mai stato a conoscenza di supposte trattative tra istituzioni statali ed elementi appartenenti a Cosa nostra, e che nessuno, nemmeno l’on. Claudio Martelli, Ministro di Giustizia dell’epoca, gliene abbia parlato”. Lo dichiara il generale Mario Mori, a proposito dell’audizione di ieri dell’ex ministro dell’Interno davanti alla Commissione parlamentare Antimafia sulle stragi mafiose del 1992. Mancino ha tra l’altro detto che nessuno, né magistrati, né ministri o ex ministri, né uomini ai vertici agli apparati di sicurezza gli dissero della trattativa in corso tra lo Stato e la mafia. “Neppure il colonnello dei carabinieri Mario Mori mi parlò dei suoi colloqui con Vito Ciancimino. Tra me e l’ufficiale non c’era del resto un particolare feeling”, ha aggiunto Mancino. “Per quanto riguarda il fatto che non gli avrei dato notizia dei miei tentativi di contattare Vito Ciancimino e delle indagini dirette alla cattura di Totò Riina, faccio osservare – replica oggi il generale Mori – che queste attività rientravano nella sfera delle indagini esclusive della polizia giudiziaria e che quindi non riguardavano in alcun modo la sua competenza politica”. “Circa la dichiarata mancanza di feeling tra di noi – aggiunge – rilevo che a mio parere, tra un Ministro dell’Interno in carica ed un colonnello dei Carabinieri i rapporti non possono essere che di natura istituzionale ed io a questa linea mi sono sempre tenuto, anche nella circostanza della cattura di Riina. Infatti, per il Regolamento dell’Arma, non competeva a me, come responsabile di attività operative, informarlo dell’arresto del capo di “cosa nostra”, ma al Comando Generale dell’Arma che io ed i miei superiori avevamo tempestivamente informato”.
Mori: “Prendo atto che|Mancino non sapeva”
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