La quiete e la tempesta: | “Qualcosa succederà”

La quiete prima della tempesta. I dipendenti della Gesip continuano a presidiare Piazza Pretoria, senza urla, né schiamazzi, nessun coro o slogan scandito. Sono solo poche centinaia, piove, ma ci sono. Dallo scoccare della prima ora di questa mattina, tutti i lavoratori sono in ferie forzate con lo spauracchio dei licenziamenti che non si è ancora manifestato ma che aleggia nell’aria. A Palazzo, la situazione era precipitata: dopo una seduta a vuoto del Consiglio Comunale, per destinare cinque milioni raccolti dalla lotta all’evasione della Tarsu per pagare gli stipendi dei dipendenti Gesip, Cesare Mattaliano dell’Idv è stato trasportato in ospedale per un malore, lite tra due consiglieri Pid e Pdl, Davide Faraone che esce dall’aula. Il nulla di fatto rimpalla la situazione a oggi, con la seduta prevista alle ore 19 per tentare l’impresa titanica di approvare la delibera in un tempo più che ridotto. Ma la speranza è l’ultima a morire, soprattutto per chi ha tutto da perdere: tra i sussurri della piazza presidiata da due camionette delle forze dell’ordine in tenute antisommossa, l’attesa di un responso positivo, qualche buon auspicio, si gioca il tutto per tutto. “Se stasera finisce come ieri non sappiamo come reagiremo”. “Domani mattina ci vediamo tutti in piazza Croci, se voi giornalisti venite ci fa piacere, ma è meglio se vi tenete a distanza, quello che succede succede”. Anche la proposta per stornare il maggior gettito Tarsu, viene considerata da molti solo fumo negli occhi, e l’ennesimo giochetto per speculare sul futuro di tantissime famiglie. Insomma per oggi tutti calmi, ma da domani l’orologio a cui è legata la bomba terminerà il suo ciclo, promettono i manifestanti, e l’esplosione travolgerà tutto.