"Non vedo programmi | per aiutare la città" - Live Sicilia

“Non vedo programmi | per aiutare la città”

La denuncia del cardinale Romeo
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“Chiedo ai partiti di presentare al più presto i programmi che ancora non conosco. Guardo con paura l’avvicinarsi di una scadenza della campagna elettorale in mancanza di programmi concreti per risolvere il disagio sociale che vive la nostra città. L’avvenire di Palermo è nelle nostre mani. Non possiamo affidarci a persone che devono rappresentarci se non conosciamo i contenuti dei loro programmi elettorali. Non abbiamo bisogno di nomi, specie se son già abbastanza noti. Abbiamo bisogno di contenuti. Non basta una sola persona per risolvere i problemi della città. Se ognuno di noi si impegna per dare un contributo, allora vedremo una Palermo diversa. Così come la vita della chiesa non è soltanto nelle mani dell’arcivescovo”.

E’ questo l’appello che l’arcivescovo il cardinale Paolo Romeo ha rivolto ai partiti politici in vista delle competizioni elettorali, facendo anche delle considerazioni sull’operato dell’amministrazione comunale. “Non è ammissibile che un consiglio comunale non riesca a studiare il piano regolatore. Un po’ di tempo fa ho chiesto, prima a Prodi e poi a Berlusconi, di impegnarsi nelle costruzioni sociali. Da loro solo risposte positive. Ma quando mi sono rivolto al consiglio comunale mi è stato detto che il piano regolatore non prevede ulteriori spazi da destinare all’edilizia sociale. Allora io oggi chiedo che nel nuovo piano ci siano degli spazi da destinare proprio a questo. E poi ancora, cosa fanno le circoscrizioni? Esistono? Si impegnano per risolvere i problemi locali? Che vita offrire in un quartiere proprio oggi che la crisi economica ci sta riducendo il tenore di vita? Abbiamo bisogno di qualcuno che possa indicarci il cammino per risollevare la città. Dobbiamo conoscere piccole e grandi linee di come un candidato a sindaco pensi si possa amministrare la città”.

Così il cardinale Romeo rompe il silenzio sulle prossime sfide elettorali. Il silenzio di cui si è parlato stamane in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e degli scrittori, e della celebrazione della 46° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Un momento di riflessione sul tema del silenzio e della parola. Due momenti della comunicazione che non si pongono in antitesi ma che devono equilibrarsi, succedersi e integrarsi.

“Non è il silenzio stampa quello di cui si parla oggi. E’ il silenzio di chi, nel dare un messaggio, deve ascoltare e aspettare che i contenuti del messaggio vengano recepiti – ha continuato il cardinale Romeo –. Il silenzio non deve essere inteso come un momento di stand by ma come un motivo di crescita. E’ la premessa affinché un messaggio venga recepito da chi sta ascoltando per proiettarlo nella sua vita e interiorizzarlo. E questa crescita non dipende dalla quantità delle parole ma dall’essenzialità del messaggio”. A porgere i suoi saluti, Riccardo Arena, presidente dell’ordine dei giornalisti di Sicilia.


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