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Ma ora ricominciate da zero

L'editoriale
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A questo punto, la questione non riguarda più chi ha perso o chi ha vinto. Non è più lo scontro fra Leoluca Orlando e Antonello Cracolici, fra Beppe Lumia e Giuseppe Lupo. Non è più una partita fra dirigenti o fra candidati: in gioco, in questi giorni di tensioni, c’è la credibilità del centrosinistra nella sua interezza, c’è l’esistenza stessa dello schieramento, di quella selva di partiti che si muove a sinistra del Terzo Polo.

Da domenica sera a oggi, la città è stata testimone di un’implosione. Prima i palermitani hanno assistito alle segnalazioni di presunti brogli dai seggi, poi hanno visto la denuncia di “Striscia la notizia” sulle presunte offerte di lavoro che sarebbero state scambiate con un voto per Davide Faraone, mentre oggi il capoluogo si è svegliato con l’inchiesta su una coppia che avrebbe inquinato il voto allo Zen. Poi è stata la volta del volo degli stracci: il consigliere comunale del Pd Maurizio Pellegrino contro Faraone per le minacce che avrebbe ricevuto dalla cooperativa che secondo Striscia appoggiava il candidato renziano, due simboli dell’antimafia come Sonia Alfano e Lumia contro altre due icone dello stesso movimento come Claudio Fava e Rita Borsellino, Cracolici contro Orlando, quest’ultimo contro Ferrandelli. Per non parlare dei gialli: lunedì vi abbiamo raccontato del black out improvviso in un seggio, oggi dell’affitto per una sola settimana della sede della coop che avrebbe aiutato Faraone. Misteri su misteri. Veleni su veleni.

Non sappiamo se brogli ci siano stati e non sta a noi capirlo. Lo accerterà la magistratura, se riterrà di dover indagare, e di certo lo verificherà il comitato dei garanti chiamato a decidere sulle Primarie. Una cosa, però, è certa al di là di ogni ragionevole dubbio: il centrosinistra palermitano dà l’impressione di essersi microframmentato in mille schieramenti, in un Vietnam politico attraversato da cento guerre per bande.

In questo clima da tutti contro tutti, ovviamente, il centrodestra ha gioco facile. L’ultima dichiarazione registrata dalle agenzie è quella della Giovane Italia, che ha colto la palla al balzo per mandare in archivio dieci anni di gestione Cammarata: “Questa sinistra truffaldina – dicono i giovani del Pdl – non può guidare Palermo. Se è vero che il centrodestra ha fatto degli errori, in questi anni di amministrazione, è altrettanto certo che la classe dirigente palermitana dei partiti di sinistra non ha le capacità e la dirittura morale per risollevare Palermo”. Non sono stati gli unici: già lunedì a punzecchiare il centrosinistra palermitano era stato Maurizio Gasparri, ma basta cercare negli archivi dell’Ansa per trovare molte altre dichiarazioni simili.

La soluzione è una sola. Ricominciare da capo. Annullare le primarie, archiviare questa pagina tetra della storia politica recente e ridiscutere tutto. Trovare un nome che sia sicuramente al di sopra delle parti, una persona sulla rispettabilità della quale non sono ammessi dubbi: un magistrato, un prefetto, un esponente delle forze dell’ordine. Oppure un uomo nuovo, qualcuno che non sia sceso nel fango della lotta di questi giorni. Una persona in grado di risollevare il centrosinistra dalle macerie che gli stessi partiti hanno provocato. C’è un mese fino alla presentazione delle liste. Il centrosinistra si dia una scossa.


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