Il metodo "boffa" - Live Sicilia

Il metodo “boffa”

Palermo 2012
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2 min di lettura

Il metodo Boffo, evocato da Fabrizio Ferrandelli? A Palermo usiamo una sua specifica declinazione: il metodo “boffa” (locuzione suggerita dall’acuto Francesco Palazzo). Sembra che cambi soltanto una vocale, invece cambia tutto. La boffa, la sberla prevalentemente elargita da dietro, ma anche davanti – da qui la cortese parafrasi “Ti rugnu ‘na boffa” – è la specialità d’eccellenza del centrosinistra siciliano. Se fosse disciplina olimpica, per esempio, un dirigente a caso del Pd potrebbe cogliere una messe di medaglie d’oro.

Il metodo boffa è stato largamente usato nel film tragicomico dal titolo “Le primarie del centrosinistra a Palermo”. Lo danno ancora in tutte le sale. All’inizio, ha cominciato Davide Faraone, salito sul ring con le insegne della rottamazione. I soldi del Pd: boffa a Rita Borsellino. Poi, un orgasmo di boffettoni (multipli di boffe) tipo maglio perforante di Goldrake. In rapida successione. Boffe al partito. Boffe a Bersani (ragassi, stiamo mica qui a pettinare Apollo Creed). Alla fine, una mano anonima ha pensato bene di ripagare il conto con l’interesse e ha ispirato verosimilmente la martellata di “Striscia”. Così impara. Qualcuno porti i sali a Matteo Renzi, a Giorgio Gori e a tutti gli appassionati ragazzi che hanno edificato la campagna di Faraone. Delle due l’una: o il rottamatore del Pd comincia a fare partire le denunce e riesce a tirarsi fuori da questa sgradevole storia di voti e promesse con nettezza, oppure mille conferenze stampa non gli varranno a raccogliere i cocci della sua faccia.

Boffe ne sono volate millanta tra Leoluca Orlando e Fabrizio Ferrandelli. Il secondo ha ucciso uno dei suoi padri politici. Il primo non sopporterà, magari, che un ragazzo tanto giovane si pettini come lui, senza nemmeno mezza laurea in Germania. Orlando ha mulinato boffe su boffe. Ferrandelli ha rintuzzato, col paragone (peggiorativo) con Lombardo. In tutto questo bailamme c’è stata la solita vittima per effetto collaterale: Rita Borsellino – che ha impostato, si deve riconoscere, una campagna aliena da polemiche – schiacciata dalle rissosità altrui, con diverse ineleganti mancanze di rispetto per una signora.

E mentre il centrosinistra si piglia a boffe, Massimo Costa inaugura cartelloni spaziali che sembrano suggeriti da un creativo per la reclame di Dio. Sfondo bianco, sorrisone e dimensioni uso Grande Fratello (quello di Orwell) benedicente sulla città avvilita. Qualcosa ci dice che la campagna di Costa non sarà un naufragio.

Ps. Se non gli arrivano boffe…


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