"Lo Bello ormai è solo | Ho lottato per gli altri" - Live Sicilia

“Lo Bello ormai è solo | Ho lottato per gli altri”

Uno scontro al calor bianco. Una polemica che non accenna a smettere. Pietro Agen passa al contrattacco. E ne ha per tutti.

Coccolato da arazzi, quadri e vasi pregiati, Pietro Agen, nella stanza presidenziale di palazzo della Borsa, sede della Camera di Commercio, replica alle accuse di Ivan Lo Bello davanti alle telecamere di Livesicilia. “Il leader di Confindustria è solo, ha tagliato con tutti, si ritrova nello stesso schieramento di Castiglione e se cita Pippo Fava, sul caso Ercolano, io tiro in ballo i cavalieri che di certo non erano aderenti della Confcommercio”.

Lo scontro che divampa dentro la Camera di Commercio, a pochi giorni dall’elezione dei nuovi organi dell’aeroporto di Catania, sembra non scalfire Pietro Agen che inizia la lunga intervista con Livesicilia partendo da un incendio che ieri ha domato, in un uliveto di famiglia, insieme a un battaglione del corpo forestale. “Ieri, quando ero avvolto da fiamme alte diversi metri -confida Agen- ho lottato per salvare anche i terreni dei vicini rischiando di finire arrostito. All’improvviso ho pensato che era la stessa cosa della Sac: io ho cercato, e in questo Lo Bello mi ha aiutato fino a un certo punto, di isolare il mondo della politica facendo fare un passo in avanti alle Camere di Commercio. Ho lottato per salvare anche gli altri dalle grinfie di Lombardo e Castiglione”.

E adesso com’è finita? “Matematica e politica non sono un’opinione – risponde Agen – ci sono due schieramenti con quattro preferenze ciascuno. Il primo vale quattro punti e comprende la provincia regionale di Catania guidata da Giuseppe Castiglione, la provincia di Siracusa dell’onorevole Nicola Bono, la camera di commercio di Siracusa presieduta da Ivan Lo Bello e la camera di Commercio di Ragusa. Nel secondo schieramento, con la scadenza del mio mandato e la nomina di un commissario per la Camera di Commercio, c’è l’ombra di Lombardo che ha commissariato anche l’Asi di Catania”.

In pratica la politica che doveva sparire rischia di tornare a gamba tesa nel momento in cui si deve scrivere il futuro dell’aeroporto di Catania. Per evitare fraintendimenti, Agen ha indicato cinque nominativi che dovrebbero entrare a far parte del cda della Sac: Salvatore Bonura, presidente Cna, Rosario Faraci docente universitario, Francesco Costanzo, vice presidente della Camera di Commercio e Antonino Barbieri. Dalla lista è stato cancellato Giovanni Arena, “mio caro amico”, sottolinea Agen, che però per questioni di regolamento non poteva portare avanti un terzo mandato di componente del Cda. I nominativi indicati dalla Camera di Commercio “non possono essere cambiati dal commissario”, diversa è invece la questione della scelta del nuovo presidente: “ho sbagliato a credere che Pippo Reina potesse essere il candidato di Lombardo, in realtà, essendo dipendente della Camera di commercio, in caso di elezione andrebbe incontro a questioni di incompatibilità”.

Lo scontro con Lo Bello
Agen ne è convinto: “la Confcommercio è stata tirata in ballo perché la guido a livello regionale e sono l’unico che può tenere testa a Ivan Lo Bello”. Domanda: “In chiave anti-Lo Bello strizza l’occhio a Raffaele Lombardo?”. “Assolutamente no – risponde il presidente uscente della Camera di Commercio – la scorsa settimana ho incontrato Pino Firrarello, Nello Dipasquale, ho dialogato con tutti ma la politica, secondo i miei piani, doveva stare fuori dalla Sac. Io -continua Agen – non ho mai avuto incarichi politici, a Lo Bello invece chiedo: è stata Confindustria a farlo entrare nel cda della Fondazione Banco di Sicilia o Alleanza Nazionale?”.

Il caso Ercolano
“Lo Bello non parli di Pippo Fava, giornalista ucciso perché si era opposto ai noti “Cavalieri” che di certo non erano iscritti alla Confcommercio”. Appena una pillola prima di entrare nel merito della questione Ercolano che ha spaccato la Camera di Commercio. Ivan Lo Bello, rispondendo alle domande di Livesicilia, aveva considerato “reticente” la difesa da parte di Pietro Agen nei confronti di Angelo Ercolano, nipote incensurato dello “Zio” Pippo, presunto boss di Cosa Nostra, perché il presidente di Confcommercio ha evitato di ricordare qual è il contesto famigliare degli Ercolano catanesi. Agen ribatte sottolineando che l’azienda Sut Trasporti del nipote incensurato del boss “ha tutti i requisiti per essere iscritta alla Confcommercio “. Ad ogni modo, il leader di Confcommercio confida a Livesicilia di aver provato “un po’ di imbarazzo quando Angelo Ercolano è arrivato, attraverso l’elezione a presidente della Fai nazionale, dentro la Confcommercio. Imbarazzo che ho superato – continua Agen – controllando i requisiti dei soci della Sud Trasporti, tutti incensurati, ma mi sento anche un po’ vigliacco: sino a questo momento non ho sottoscritto la richiesta di Angelo Ercolano di iscrizione all’antiracket”. “Ci sto pensando”, taglia corto Pietro Agen, “sarebbe rivoluzionario”.

Arriva l’affondo per il vice presidente nazionale di Confindustria: “si è dimenticato di sottolineare che abbiamo sospeso la ditta di Enzo Ercolano, il figlio di Pippo, appena è stato coinvolto in un procedimento penale”.

La prossima mossa
Ci prova Pietro Agen a dire, un po’ alla Raffaele Lombardo, che dopo la presidenza della Camera di Commercio si dedicherà “agli oliveti e all’agricoltura”, ma una domanda lo fa tornare in sé: Lombardo non ha mai perso una battaglia quando si tratta di nominare consigli di amministrazione e lei?”. “Io neanche – risponde Agen – il commissario deve attenersi ai nominativi che abbiamo indicato come Camera di Commercio e, anche se ormai sto completando il mandato, tra un anno saremo nuovamente in questa stanza, se non io un uomo della nostra coalizione, abbiamo i numeri e nessuno ce li può togliere. Posso perdere una battaglia ma vincerò la guerra”.

E lo scontro è appena iniziato, visto che giovedì prossimo Agen, spogliato delle vesti di presidente della Camera di Commercio, siederà in prima fila a una conferenza stampa organizzata dalla Confcommercio catanese in cui si discuterà “degli indagati in questa corsa per la Sac e degli interessi di Garrone”.

 


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