Da Gullit alla caponata| La giornata del Cavaliere - Live Sicilia

Da Gullit alla caponata| La giornata del Cavaliere

Silvio arriva in ritardo. Nell'attesa, sugli schermi del Politeama il documentario sulla sua vita. Dove non mancano i successi del Milan. Qualche battuta durante il "comizio". Poi, pranzo in compagnia di Stefani Prestigiacomo e della "bella e brava" Gabriella Giammanco.

LA VISITA DI BERLUSCONI
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PALERMO – Gullit esulta. Quel Milan, in effetti, faceva sognare i tifosi. E tutto, alla fine, torna buono per il “brodo” preparato dal Cavaliere e servito alla platea del Teatro Politeama. Berlusconi si fa attendere. L’arrivo era previsto per le 10,30. Berlusconi giungerà quasi a mezzogiorno. “Un ingorgo in autostrada” spiegano dal palco.

Fuori, intanto, la ressa. Il teatro è colmo fin da subito. E non manca qualche isolato momento di tensione. In tanti restano fuori. Seguiranno l’intervento dal maxischermo sulla piazza. Mentre di fronte agli Steward piazzati all’ingresso, è tutto un “io sono un candidato”, “onorevole fatti valere”, “abbiamo diritto di entrare”. E qualcuno getta anche qualche occhiata velenosa ai soliti cattivi dei cronisti, che possono sventolare un pass. Ma poi, in molti casi, finiscono per trovare i palchi riservati alla stampa, occupati da supporters, per nulla intenzionati a schiodare.

Che si tratti di un “evento”, insomma, si intuisce anche da questo. Dalla frenesia, dalla confusione. Dalla voglia, di tanti, di esserci. Anche di chi, cappotto della festa, e coppola di pregio, fa sentire le proprie ragioni all’ingresso: “Ma come… mi hanno detto di portare dal paese cinquanta persone, e ora non mi fanno entrare?”. Non entrerà. E nemmeno di altri quarantanove. Chi riesce invece a conquistare un’ambita poltroncina, si sorbirà, per un’ora e mezza abbondante, il video-documentario sulla storia del Cavaliere. Quindi, una ripetizione ossessiva, da “cura Ludovico”, del motivetto “Azzurra libertà”. Chi è stato al Politeama e sta leggendo adesso, si chiede ancora come mai quel refrain, insieme al “Meno male che Silvio c’è”, non sia ancora uscito dalle orecchie.

Il momento del “comizio”, tra vecchi stereotipi e nuovi avversari, è condito da qualche battuta: “A volte mi chiedo se all’una la mia ex moglie sta ancora dormendo. Mi chiedo come farà a spendere centomila euro solo in un pomeriggio”. Poi, ecco i complimenti all’onorevole Gabriella Giammanco: “Brava giornalista televisiva, che oltre alla bravura ha saputo portare un po’ di bellezza in Parlamento. Che adesso, grazie a noi, è un luogo frequentabile”. Complimenti dovuti, anche considerando il fatto che lo stesso Cavaliere afferma: “Ebbene sì, sono un romantico”. Un po’ più “prosaici” i suoi supporters, che si accendono soprattutto sul tema del “condono”, scandendo quella parola in maniera ritmica, e accompagnandola con gli applausi. Sarà il condono, sarà che il Cavaliere ha concesso alla platea le solite certezze e i soliti “nemici” (i comunisti, la magistratura, la burocrazia, la Corte costituzionale, il presidente della Repubblica, Fini e Casini), fatto sta che i “berluscones”, con tanto di cartello “Io sto con Silvio” stretto tra le mani, vanno via sazi. “Convinto di quello che ha detto? – spiega qualcuno – Io ero convinto già prima”. Mentre fuori dal Politeama due cittadini dello Sri Lanka spiegano, gesticolando a lungo, che Berlusconi “ha dato tanti soldi al loro Paese, per questo lo voteranno”. Il Cavaliere all’uscita saluta, servendosi, come da tradizione, del predellino. Quindi via, verso Villa Bordonaro, in Piazza Croci. “Avete fame?” aveva del resto chiesto al pubblico, alle due del pomeriggio, e dopo 120 minuti di lezioncina. “Noi, al contrario di quelli là (la sinistra comunista, immaginiamo, ndr) siamo gente raffinata. Non abbiamo fame, ma appetito”. Che sia fame, o appetito, il premier lo soddisferà a base di pesce, carne e verdure.

Con lui al tavolo, l’ex ministro Stefania Prestigiacomo e la deputata Gabriella Giammanco, il presidente del Senato, Renato Schifani, il segretario del Pdl Angelino Alfano, la senatrice Simona Vicari e i coordinatori regionali del partito Giuseppe Castiglione e Dore Misuraca.. Tra le portate, accompagnate da vino rosso, caponata di carciofi, polpettine di pesce, tortino di carciofi, couscous, ravioli di crostacei, involtini di pesce spada e spezzatino. Che, si sa, l’appetito vien mangiando. La fame, invece, è roba da comunisti.


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