Flaccovio, altre due chiusure: | "Così muore un'azienda storica" - Live Sicilia

Flaccovio, altre due chiusure: | “Così muore un’azienda storica”

Flaccovio, lo storico punto vendita di via Ruggero Settimo

"Il primo incontro di oggi tra azienda e sindacati i lavoratori sembra non lasciare adito a dubbi", ha commentato Mimma Calabrò, segretario generale Fisascat Cisl di Palermo. È intenzione della società presentare l'accordo di ristrutturazione del debito, a seguito anche della chiusura avvenuta del punto vendita di Punta Raisi e di quella imminente del Forum.

A PALERMO
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PALERMO – La speranza, oggi, è definitivamente naufragata. La storica azienda Flaccovio che, per oltre settant’anni ha rappresentato un’oasi di cultura a Palermo, sparirà. Lasciando il posto, (così pare per il punto vendita di via Ruggero Settimo) al marchio di underwear Tezenis, ossia a costumi, mutande e pigiami. “Sembra che sia stata decretata la fine di un’altra azienda storica dell’economia palermitana con la conseguenziale incertezza per il futuro dei livelli occupazionali”, ha commentato oggi Mimma Calabrò, segretario generale Fisascat Cisl di Palermo e Trapani, al termine del primo incontro per l’esperimento dell’esame congiunto con la ditta che il mese scorso ha avviato le procedure di mobilità per i lavoratori. “Lo scenario prospettato dalla società – ha aggiunto Mimma Calabrò – non lascia adito a dubbi. È loro intenzione, infatti, presentare l’accordo di ristrutturazione del debito, a seguito anche della chiusura avvenuta ieri del punto vendita di Punta Raisi e di quella imminente del Forum”. Il marchio, amministrato da Sergio e Francesco Flaccovio (da non confondere con la Dario Flaccovio Editore), aveva già chiuso l’anno scorso i punti vendita di piazza Vittorio Emanuele Orlando e di via Basile, mentre aveva mantenuto i negozi di via Ruggero Settimo, del Forum, dell’aeroporto Falcone Borsellino e la libreria Dante di via Maqueda.

I primi segnali della crisi, l’azienda aveva cominciato ad accusarli nel 2008 quando aveva registrato un -6 per cento delle vendite. Percentuale peggiorata nel 2010 (-21 per cento) e confermatasi nel 2011 (-15 per cento rispetto al 2010), con ricavi passati da 5,9 milioni nel 2010 a 4,3 nel 2012, cui aggiungere, “il progressivo indebitamento – ha spiegato Sergio Flaccovio – nei confronti delle banche, praticamente raddoppiato dai 459.921 euro del 2008 a 897.800 del 2010 e confermato anche nel 2011 e nel 2012”.

Il risultato è stato la chiusura dei punti vendita e l’avvio della cassa integrazione per i lavoratori fino al prossimo 30 giugno: “Lo scenario non è confortante – ha detto Mimma Calabrò –; abbiamo appreso che per parte dei negozi è stata già ceduta la licenza e ci siamo già attivati per richiedere alle aziende che sembra vogliano subentrare nei locali, di tener conto del personale altamente qualificato con esperienza decennale”. L’incontro è stato comunque aggiornato al 29 maggio.


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