Bianco quater, si delinea la squadra |I nomi in corsa per Giunta e presidenze - Live Sicilia

Bianco quater, si delinea la squadra |I nomi in corsa per Giunta e presidenze

L'ufficio elettorale centrale ha proclamato ufficialmente Enzo Bianco sindaco di Catania. E gli equilibri della nuova coalizione sono già messi alla prova. TUTTI I NOMI DEI PAPABILI.

CATANIA. La parola d’ordine è: ritorno alla politica. Ma con gente competente. Dall’entourage vicino al neo sindaco Enzo Bianco lo si fa intendere chiaramente: si vuole partire subito senza incertezze e dando alla città un’idea forte. Quella di una svolta e di una impronta radicale. Che poi ci si riuscirà, è un altro paio di maniche. Di certo, al momento, c’è solo l’insediamento (che da qui alle prossime ore verrà comunicato in via ufficiale): Bianco riprenderà in mano le chiavi di Palazzo degli Elefanti, sabato mattina. Tra quarantotto ore ed a nemmeno una settimana dal responso delle urne, l’ex ministro e senatore della Repubblica, sarà dunque di nuovo sindaco a tutti gli effetti della “sua” Catania. Un fatto che, data la precocità nei tempi, appariva inimmaginabile solo due giorni fa quando i bookmakers della politica davano per certo un ballottaggio a due con il primo cittadino uscente, Raffaele Stancanelli.

Già. La politica. Da lunedì notte è scattato un pour parlez spietato su “chi andrà a collocarsi dove”. In pratica, su quali saranno le figure chiave che andranno a sedere nei posti di maggiore responsabilità. A partire da quella vice-sindacatura che è posto ambito. E non solo per ragioni squisitamente politiche. Appare quasi banale raccontare come il primato a vice di Enzo Bianco possa essere conteso solo da due forze politiche: Articolo 4 (di Lino Leanza) che ha racimolato il 10,2% delle preferenze per un totale di 14779 voti ed Il Megafono (del presidente della regione Crocetta) che ha portato a casa il 10,65% dei voti pari a 15428 preferenze. Tradotto: in ballottaggio per una poltrona da vice sembrano esservi, rispettivamente, Salvo Di Salvo e Marco Consoli. Qui non contano i rapporti di forza: conta principalmente la parola data. E l’alleanza stretta con il deputato regionale Lino Leanza, alla fine, appare come qualcosa di inscalfibile. Ecco perchè, allora, in pole position per la vice sindacatura sembra esservi proprio l’ex capogruppo autonomista in consiglio Di Salvo. Tuttavia, va considerato lo sforzo profuso proprio da Crocetta che a Catania, nei giorni che hanno preceduto lo spoglio ha praticamente spostato la sua residenza: dal Megafono, vice sindacatura a parte, oltre Consoli che ha rinunciato a scendere in campo trasferendo la sua dote di voti all’eletto Agatino Lanzafame (secondo in lista con 1336 preferenze), potrebbe avanzare richieste per un posto in giunta chi è rimasto escluso dall’assise pur conducendo una battaglia (in termini di risultato ottenuto) di tutto rispetto. Alludiamo, ad esempio, al primo dei non eletti nel Megafono, Bartolo Curia (1208 voti) presidente uscente della commissione trasporti o agli eletti Erica Marco (1484) o Daniele Bottino (figlio d’arte di Marcello consigliere uscente in quota centrista): l’eventuale nomina libererebbe automaticamente uno scranno a Palazzo degli Elefanti proprio per Curia. Sempre sul fronte di Articolo 4 va tenuto in considerazione il ruolo di Sebastiano Arcidiacono, già assessore nella giunta Stancanelli ed al quale potrebbe spettare un posto al sole anche nella nuova squadra di governo targata Bianco. Fuori dall’arco costituzionale dell’assise sono rimaste le liste Sinistra per Catania e Democrazia Federale: ebbene, sulla scorta delle parole del primo cittadino (“E’ anche grazie a chi non ce l’ha fatta a superare lo sbarramento che ho vinto al primo turno, evitando il ballottaggio”), anche a loro “toccherebbe” qualcosa in termini di nomine. Un nome su tutti, e non è un nome preso a caso, è sicuramente quello di Orazio Licandro, riferimento nazionale del Pdci. Per lui, non è escluso un ruolo nell’ambito della cultura: magari, chissà, proprio nelle vesti di assessore. Altro papabile per un posto in giunta è Giuseppe Galletta: consigliere  provinciale uscente del Pd e uomo fidato di Bianco ma “maltrattato” alle ultime regionali in favore di Daniele Capuana. Per il resto, la squadra verrà assemblata e prenderà forma col passare delle ore andandosi a completare con i già designati Rosario D’Agata, Valentina Scialfa, Luigi Bosco, Angela Mazzola e Fiorentino Troiano. Ma la rete di alleanze di Enzo Bianco potrebbe andare ben oltre la coalizione. Mano tesa, sembrerebbe, nei confronti di Maurizio Caserta: “Mi ha chiamato subito e io lo incontrerò nei prossimi giorni perchè le cose che ha avviato non devono rimanere lettera morta”, spiega chiaramente il sindaco. Insomma, potrebbe esservi spazio anche per il docente di economia.

C’è, poi, il capitolo legato alla presidenza dell’assise comunale, delle vice presidenze e delle presidenze di commissioni. A primo acchitto, si è discusso informalmente anche di questo. Non è un mistero che allo scranno di primo consigliere potrebbe ambire Alessandro Porto. Porto, autonomista della prima ora ed eletto tra le fila di Patto per Catania con 1791 preferenze, non è soltanto il secondo consigliere comunale più votato (ma primo della coalizione) preceduto solo da Salvatore Giuffrida (1875 voti nella lista Tutti per Catania): Alessandro Porto è stato presidente della commissione urbanistica e colui il quale ha seguito tutto l’iter legato all’approvazione del Prg, conoscendone atti e passaggi essenziali. Sarebbe lui il nome spendibile per condurre i lavori dell’aula consiliare. C’è da assegnare anche la vice presidenza vicaria del consiglio che potrebbe andare ad una donna e chissà, se così fosse, che il nome giusto non possa essere quello della rieletta Francesca Raciti (Pd). L’altra vice presidenza va, di norma, all’opposizione. Nel calderone, vanno poi inserite le Partecipate: ma questo è argomento che verrà affrontato inevitabilmente più avanti.

L’ultima considerazione va, infine, per esclusi eccellenti come Filippo Gagliano (primo dei non eletti tra le fila di Articolo 4, 900 voti ed assessore provinciale nella giunta di Giuseppe Castiglione) ed i presidenti di Quartiere uscenti come Giuseppe Catalano, Loredana Gioia o Gianni Fodale impegnatisi sino allo stremo tutti e tre nella corsa al consiglio comunale ma restati a bocca asciutta. E dunque, se su stessa ammissione di Bianco “la mia vittoria, è stata un piccolo miracolo”, chissà che non ne servirà un altro più grande per accontentare tutti.


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