"Sfruttati e licenziati”| Il titolare: “Accuse false” - Live Sicilia

“Sfruttati e licenziati”| Il titolare: “Accuse false”

Due ex-dipendenti dell’Hotel Domus insieme alla Cigl sul piede di guerra contro il licenziamento dei due lavoratori. Scalia si difende: “ Nessun reato, il licenziamento è legittimo”

HOTEL DOMUS, DUE EX DIPENDENTI
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CATANIA. Un sit-in di protesta nella centralissima via Etnea conclusosi con l’arrivo dell’ambulanza ed il trasporto in ospedale di Carmelo Scalia, il direttore dell’Hotel Domus.  L’imprenditore è accusato dalla Cgil di vessazioni, mobbing e licenziamento in tronco di due ex-dipendenti: Marco Stara (assente oggi per motivi familiari) e Luigi Randaccio. “Ho lavorato in questo albergo – ha raccontato Randaccio a LiveSiciliaCatania – come portiere notturno per tre anni, durante i quali insieme al sindacato abbiamo sempre combattuto per cercare di far luce relativamente ai termini contrattuali. Regolarmente risultavamo assunti, ma di fatto non abbiamo mai né firmato né visionato alcun contratto e non ricevevamo lo stipendio tramite busta paga. Nel mese di maggio – prosegue – e alla scadenza delle agevolazioni contributive previste dalla legge 407, Scalia ha iniziato a fare del mobbing per indurci a licenziarci: non mi ha pagato lo stipendio per due mesi, ci umiliava regalandoci pacchi di pasta, uova e altri generi di viveri e se osavamo lamentarci ci diceva che non eravamo indispensabili all’interno dell’azienda e che potevamo andarcene”.

La tensione fra Scalia e Randaccio non si sarebbe fermata qui, il culmine viene raggiunto in una precisa occasione, a cui farebbe seguito anche una querela.  “Quando finalmente un giorno vengo qui – continua – per chiedere con decisione quello che mi spettava al mio ingresso ha subito iniziato a minacciarmi con in mano una spillatrice se non me ne andavo. Lì ho subito chiamato la polizia, ma nell’attesa mi ha dato uno schiaffo, ci sono pure le telecamere dell’hotel che hanno ripreso il tutto. All’arrivo dei poliziotti ho sporto regolare denuncia”. In seguito a quell’avvenimento la tensione fra i due sembrò placarsi, ma evidentemente solo per un breve periodo.

“Poco dopo – dice – in sede sindacale si dichiarò disposto a trovare un accordo, ma invece poco dopo ci ha licenziato in tronco e senza preavviso. Dunque, chiedo la reintegra sul posto di lavoro e che vengano tutelati i miei diritti”. L’ex dipendente, infatti, come già accennato, accusa la Gatto Srl (Società titolare dell’albergo) nella persona di Carmelo Scalia di non averlo adeguatamente informato nel corso dei tre anni relativamente agli effettivi termini contrattuali a cui era soggetto. “ Solo adesso – ha precisato – ho scoperto di essere stato assunto con un contratto part-time che prevedeva 20 ore settimanali di lavoro, a fronte delle 40 ore che in realtà ho svolto nell’arco dei tre anni. Ero venuto qui dalla Sardegna – conclude – per studiare all’Università qui a Catania e avevo trovato questo lavoro di notte per finanziarmi gli studi, ma tutto si è poi trasformato in un incubo”.

A far eco alle dichiarazioni di Luigi Randaccio c’è Salvo Leonardi, segretario generale Filcams-Cgil: “ Da ormai due tre anni – ha dichiarato a LiveSiciliaCatania – questo signore si permette di non rispettare né la legge né i lavoratori. Questi ragazzi sono venuti qui in Sicilia per studiare, ma hanno trovato solo schiaffi. In questo albergo è chiaro ci siano lavoratori in nero. Mi piacerebbe sapere adesso – incalza Leonardi – chi sta sostituendo questi due ragazzi che lavoravano nelle ore notturne. Dunque insieme alla prefettura e gli organi competenti vorremmo capire e andare a fondo a questa storia e se effettivamente ci sono i requisiti perché quest’albergo continui a rimanere aperto. “Solo apparentemente e in seguito alla denuncia che avevamo, pure, ritirato eravamo riusciti a trovare un accordo. Ma per tutta risposta a distanza di pochissimo tempo Scalia ha invece licenziato in tronco questi ragazzi, attribuendo alla crisi economica le ragioni del gesto. Solo in un secondo momento ci ha, poi, riferito attraverso una nota di non avere bisogno al momento di lavoratori, perché all’interno dell’albergo fa tutto lui. Noi crediamo ci sia altro dietro e sia necessario fare chiarezza, per questo ci rivolgeremo alla prefettura”.

Carmelo Scalia, titolare dell’Hotel Domus, non intende accettare tutte le accuse imputategli dalla Cigl e dagli ex dipendenti. Raggiunto dai giornalisti all’interno dell’albergo, appare visibilmente provato a causa del clamore della protesta. Non vuole rilasciare interviste e lascia parlare (in sostituzione di Marina Coco, suo legale oggi assente) Natalina Romania, sua portavoce e Consulente societario dell’azienda: “Sicuramente c’è stato un atto improprio – spiega la Romania – ma che non voleva sfociare nella violenza. Si è trattato, al contrario, di una reazione a seguito di una provocazione. A quanto ho appreso, infatti, il dipendente ha più volte insistito eccessivamente nel sollecitare il signor Scalia, che al momento, come tanti, attraversa un periodo di crisi economica. A questo accanimento è seguito quel gesto, che non era così violento – precisa – a tal punto da giustificare una querela. C’è stata poi una riconciliazione in sede sindacale, sono stati presi degli accordi e sono anche stati fatti dei bonifici ai dipendenti a dimostrazione della buona fede del signor Scalia”.

In merito ai licenziamenti la portavoce di Scalia nega con fermezza il carattere illecito dei provvedimenti. “Forse i lavoratori – prosegue Romania – non sanno una cosa: per un imprenditore dover licenziare dei dipendenti è un fallimento. E’ come staccare la macchina ad un figlio in fin di vita. Precedentemente era già stato costretto a licenziare il figlio, Giuseppe Scalia. Dunque, credo che non ci sia nessun illecito. Il licenziamento in un stato di necessità come questo non è reato. Questo accanimento nei confronti degli imprenditori credo sia ingiusto, compresa la protesta e credo che il tenore della missiva di contestazione del licenziamento di Randaccio – affonda – fosse minacciosa e rivestisse quasi il carattere dell’estorsione. In buona sostanza, ci saranno le opportune sedi per rivalersi, senza ricorrere a queste manifestazioni che possono solo recare pregiudizio all’attività del signor Scalia, già per altro compromessa”.

Respingono anche le accuse di presunta mancanza di trasparenza relativamente i termini contrattuali dei due lavoratori, “facevano – conclude – due distinti turni. Dunque, questi margini di 40 ore settimanali sono impensabili ed impossibili”. Al termine del colloquio, come già detto, Carmelo Scalia si è accasciato sul pavimento colto da un malore. L’uomo soccorso immediatamente dai presenti è stato poi trasportato in ospedale da un ambulanza del 118 giunta poco dopo sul posto.

 


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