Il giorno del ricordo in via D'Amelio| Di Matteo: "Paolo, esempio contro l'indolenza" - Live Sicilia

Il giorno del ricordo in via D’Amelio| Di Matteo: “Paolo, esempio contro l’indolenza”

Pomeriggio di polemica del movimento delle Agende rosse, che hanno voltato le spalle ai rappresentanti delle istituzioni che si sono recati in via D'Amelio: "Fuori la mafia dallo Stato", hanno detto. Alla commemorazione anche il presidente della Regione Rosario Crocetta e il sindaco Leoluca Orlando.

IL LUOGO DELLA STRAGE
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PALERMO – Centinaia di agende rosse hanno voltato le spalle ai rappresentanti delle istituzioni, nel giorno del ricordo di via D’Amelio. “Fuori la mafia dallo Stato” hanno urlato i componenti del movimento guidato da Salvatore Borsellino.Tra gli altri, nei pressi dell’ulivo davanti al palazzo in cui abitava la sorella del magistrato, erano presenti oggi pomeriggio il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e il presidente del Senato, Piero Grasso. Giunto anche il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta.

Una “protesta pacifica” annunciata quella delle Agende rosse contro “il silenzio dello Stato e i ritardi nella verità”. “Non sono qui da magistrato, né da presidente del Senato – ha detto Grasso – ma da amico di Paolo. Ci tenevo ad essere in questo luogo, ad essere presente. Adesso, l’importante è tendere all’accertamento della verità e penso che in parecchi dovranno seguire l’indirizzo e gli ideali di Paolo Borsellino”, ha aggiunto Grasso, spiegando che, “indipendentemente da chi non vuole la verità, dobbiamo continuare a cercarla. Ci sono magistrati, associazioni, persone che la pretendono, perché le vittime hanno diritto alla verità”.

Grasso poi si è recato alla caserma Lungaro per deporre una corona di fiori. In via D’Amelio anche magistrati, la presidente del Crim Sonia Alfano e l’ex pm Antonio Ingroia  Alle 16.58, ora della strage di ventun anni fa, via d’Amelio si è fermata. Diverse centinaia di persone, soprattutto giovani, con l’agenda rossa in mano alzata verso il cielo, hanno ricordato in silenzio Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Eddie Walter Cosina, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli. Tra i presenti i magistrati Roberto Tartaglia, Sebastiano Ardita, Vittorio Teresi e Francesco Del Bene.

Il silenzio, poi l’Inno di Mameli e l’Orchestra sinfonica infantile le cui note hanno invaso questo piazzale dilaniato dal tritolo mafioso e oggi trasformato in luogo della memoria collettiva. Alle vittime è stato dedicato un lungo applauso, seguito dall’intervento del pubblico ministero Nino Di Matteo: “La vita di Borsellino è una splendida testimonianza che rappresenta un faro per tutti coloro che non accettano il tanfo del compromesso che scoraggia il Paese”.

“E’ una guida contro l’indolenza, la pigrizia che rende molti uomini osservatori passivi della realtà che li circonda. Ma in realtà nessuno può stare con le mani in mano  – ha continuato il pm – nessuno può accettare la violazione dei principi costituzionali. Nel giorno del ricorso – ha detto Di Matteo – è questo il testamento morale che ci lascia Borsellino, un esempio che prima o poi spazzerà via per sempre questo odore acre di polvere in via D’Amelio”.


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