Le intercettazioni | dello scandalo - Live Sicilia

Le intercettazioni | dello scandalo

Via Messina marine, dove sono state raccolte alcune delle intercettazioni

Le microspie hanno captato le conversazioni choc di padre Nuvola. Una di queste captata in via Messina Marine (nella foto).

 

L'inchiesta su Don Nuvola - 1
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4 min di lettura

PALERMO – Pochi giorni fa. Fine maggio, inizi di giugno. La Toyota Yaris di padre Nuvola è imbottita di microspie. Che registrano conversazioni raccapriccianti. Si parte dall’approccio del prete con i ragazzi che si vendono in strada per pochi spiccioli, sacchetti della spesa o telefonini, e si arriva ai rapporti completi consumati a bordo dell’auto parcheggiata in corso dei Mille, in via Messina Marine o in una streadina di Bonagia. Le cimici captano, in macchina e al cellulare, storie di squallore difficili da trascrivere. Seppure epurate, per scelta, delle parti più raccapriccianti, restano un pugno nello stomaco.

“… intorno a mezzanotte… però dobbiamo vederci in un punto che non ci vede nessuno, così io ti prendo ce ne andiamo e nessuno ci disturba non rispondiamo al telefono e stiamo tranquilli almeno una oretta, se tu sei d’accordo?”, così padre Nuvola fissa al telefono un appuntamento con un sedicenne. Un ragazzino che è piaciuto da subito al sacerdote per via della sua serietà: “… ho visto serietà… ho visto…  il tuo carattere abbastanza determinato…cioè a loro li vedo così…me ne sono accorto via via che parliamo…che li vedo in macchina che discutono…gli appuntamenti che disertano… ritardano la prendono troppo alla leggera… e tutto uno scherzo per loro praticamente e tipo un divertimento e io… non me li posso permettere questi divertimenti… perché non ho più l’età per fare queste c. … loro sono ragazzi tutto buono e benedetto… a te invece ti ho visto leggermente più serio… intanto che lavori… che spesso ti sento dire che lavori… t’impegni… già almeno fai qualche cosa… c’è da parte loro c’è solo un desiderio di volersi approfittare della situazione tra virgolette… la possibilità di fare un po’ di soldi ma una cosa senza… lasciamo stare impegno… che non mi interessa l’impegno…ma senza sentimento… senza un minimo di trasporto”.

Poi, entra nei particolari: “Io non pretendo chissà che cosa, io non pretendo niente proprio… a me basta poco… una volta al mese… ogni quindici giorni …ma che io possa essere tranquillo… che la persona viene a casa mia, che stiamo belli tranquilli… che ci spogliamo…che ci divertiamo bello tranquillo. Io se devo fare il mio dovere… quello che so il mio dovere certamente lo faccio….”.

Quindi tira in ballo le esperienze con altri ragazzini: “A me basta che la persona, chiaramente con l’intimità, con l’esperienza, con… con il conoscersi , con… con tutto quello che c’è, ci spogliamo… quello che fa omissis con me… omissis non lo ha fatto subito, lo ha fatto piano piano, col tempo conoscendoci… però mi fa levare u’ testale… omissis mi bacia, la lingua me la fa arrivare fino a qua… mi dà una soddisfazione terribile…”.

Così descrive in macchina i suoi rapporti sessuali: “… gli ho detto omissis ha un sacco di tempo che non faccio niente… però per venire ho dovuto chiudere gli occhi ho dovuto pensare ad altre persone…pensavo a omissis… pensavo a omissis…. pensavo a te… pensavo… belle cosce muscolose… pensavo altre cose capisci…per potermi eccitare capisci… perché con lui solo non mi eccito… a lui lo bacio con la lingua… mi lecca i capezzoli…”.

Ed ancora: “… allora ascoltami gioia mia, io lunedì prendo lo stipendio… finalmente lunedì mi arriva lo stipendio…perché io brutte figure non ne voglio fare… voglio fare sempre cose dignitose… certo non ti considero come omissis… omissis è un amico… ci conosciamo da anni, con lui gli do venti euro….quindici euro e ciao… certamente tu sei diverso… però a casa mia… ci dobbiamo spogliare e tu mi devi fare divertire…”.

Ecco le parole pronunciate da don Nuvola al termine di un rapporto sessuale consumato in macchina: “… questo amore non conosce umiliazioni… quando uno ama così non ci si umilia mai… ed io non mi sento umiliato per niente… anche se tu sei più piccolo, anche se toccava a te e tutte le minchiate umane dei ragionamenti umani… tutti i ragionamenti umani per me si mettono di lato perché io sono sempre un parrino… e non me lo scordo… tieni… comprati le sigarette… non sono molti… chiaramente é perché siamo stati un po’ insieme… poi a casa mia… chiaramente faccio il mio dovere… certo non ti posso dare cento euro… questo è ovvio… non sono Berlusconi… ma il mio dovere lo posso fare…conservateli in tasca…ecco la dentro bravo…”.


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