Il guardiano delle uova di tartaruga - Live Sicilia

Il guardiano delle uova di tartaruga

Il cane Jacob a Mondello (foto Mario Cucina)

A Mondello si attende la schiusa delle uova che la caretta caretta depose il 15 luglio. Tra i volontari del Wwf generosamente impegnati, c'è un sorvegliante speciale. Questa è la sua storia.

PALERMO- C’è un guardiano ignoto a molti che culla la speranza di Palermo. Si chiama Jack – il nobile mondellano Mario Cucina, in verità, l’ha chiamato Jacob, segnalando la bellissima storia e testimoniandola con la foto che vedete -, ma il nome non importa troppo. E’ il resto che conta.

Il quindici luglio scorso, nel giorno di Santa Rosalia, una tartaruga caretta caretta depose le sue uova sulla spiaggia di Mondello, all’Ombelico del mondo, scavalcando la notte che fumava dei fuochi del Festino. Fu il cane J (Jack, Jacob) ad accorgersi del fatto, per cui cominciò ad abbaiare, richiamando gli umani affinché partecipassero al prodigio che la sua anima canina aveva intercettato. Da allora, in riva al mare, è nato un fortino a difesa della schiusa delle uova che dovrebbe avvenire verso metà settembre. Il cane J non se n’è mai andato, alternandosi con un suo collega. Col sole e con la luna sta lì, mentre una folla di palermitani stupiti giunge in pellegrinaggio, si commuove e torna verso l’asfalto con un po’ di sabbia e qualcosa da raccontare.

Non avevamo visto tutto a Palermo. C’era la speranza della nascita da annunciare. Dalle uova di tartaruga, verranno fuori tartarughine, comprensibilmente. Dall’attesa che si è innescata a Mondello, dalla gara di solidarietà e vicinanza per la difesa della vita a chiunque essa appartenga, può venire fuori un sentimento rinnovato di comunità, se sapremo coglierlo e andare oltre. Il cane J è un palermitano doc, un cittadino del futuro, forse, nell’era della rinascita, sarebbe giusto dipingere il suo muso stilizzato nella bandiera del Comune, togliere da Palazzo delle Aquile il volatile che lo titola e chiamarlo Palazzo J, creando un’apposita cuccia benemerita per il sorvegliante speciale.

“Non si muove praticamente mai – spiegano i volontari del Wwf che generosamente hanno messo a disposizione tempo e impegno -. Alle volte si lascia sostituire dall’altro cane del Lido, ma sta sempre nei paraggi”. Non perde di vista la gabbia che protegge l’eredità della caretta caretta. Stamattina era lì con lo sguardo attento. Scodinzolava ai bambini che disegnavano delle splendide e coloratissime tartarughe sghembe, per posizionarle come ex voto ai piedi del luogo del parto. Con occhiatacce e sommessi guaiti, diffidava i malaccorti, invitandoli a non violare lo spazio proibito per mezzo di inopportune pedate. Sovrintendeva alla salvaguardia della mini-clinica allestita per la schiusa con un’espressione consapevole. Si sa che i pellegrinaggi panormiti sono pericolosi: insieme all’affetto esibito, creano confusione. Bisogna che ci sia qualcuno a ordinare il fiume impetuoso dei visitatori locali, pure quando sono sospinti da sentimenti positivi.

E se qualcuno – a proposito dell’inciviltà che ci affligge – dirà, come ha già detto, che Palermo è la città degli animali, non ci offenderemo, anzi lo ringrazieremo per il complimento. Due animali stanno salvando l’ultima porzione di bene. Una tartaruga, con la sua traversata solitaria in una notte incendiata dai fuochi, ci ha ricordato cos’è il coraggio. Un cane, col suo semplice esserci, ci sta insegnando cos’è l’amore che è unico e si riconosce ad occhio nudo, anche quando è coperto di peli.


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