"Possibili innesti mirati |Prima si parli di contenuti" - Live Sicilia

“Possibili innesti mirati |Prima si parli di contenuti”

Beppe Lumia

Intervista a Beppe Lumia: "Il rimpasto? L'approccio è sbagliato. Prima si parli delle riforme. Crocetta è pronto al confronto". Il congresso: "E' maturo il tempo per il Pd Sicilia che non prende ordini dai capicorrente romani. Una soluzione unitaria è possibile"

Intervista a Beppe Lumia
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PALERMO – Non parlategli di “rimpasto”. Ma di “innesti mirati” per rafforzare l’azione del governo Crocetta. In quell’ottica, ma solo se si parte “dalla condivisione del percorso di riforme” portato avanti dalla giunta, Beppe Lumia non intende fare barricate. Il senatore eletto nel Megafono, leader del movimento crocettiano insieme al presidente della Regione, alla vigilia di una settimana cruciale per definire i rapporti tra il governatore e il suo partito, invita tutti a un atteggiamento costruttivo. Anche in chiave congressuale: no a ripetere gli schemi e le divisioni romane, sì a una soluzione unitaria, dice Lumia, che su questo punto appare dunque in sintonia con altre correnti del partito con le quali fino a qualche settimana fa si era consumato uno scontro molto duro sul “caso Megafono”.

Senatore Lumia, da domani si apre una settimana decisiva. Il presidente Crocetta dovrà confrontarsi coi vertici del vostro partito, il Pd, che chiede un rimpasto e l’apertura di una fase due del governo. Fin qui Crocetta non è sembrato molto convinto di questa ipotesi. Lei che ne pensa?
“Penso che un partito come il Pd deve partire dalle riforme, così come sta facendo Crocetta. Il partito dovrebbe fare propria, anima e corpo, questa priorità, senza pensare agli assessorati o alle dinamiche correntizie. Se questa priorità è condivisa, Crocetta certamente è pronto al confronto. Ma purché sia chiaro: vengono prima i siciliani, sono loro la priorità, non le correnti”.

Ma dal Pd fin qui è arrivata la richiesta di un cambio di passo che non è legata agli equilibri correntizi, ma piuttosto al rilancio dell’azione di governo. Su questo tipo d impostazione, è possibile quindi un’intesa?
“In quest’ottica, certamente non si esclude la possibilità di innesti mirati. Ma il tutto deve essere preceduto da una condivisione dei contenuti e delle riforme, con le quali dobbiamo caratterizzare l’identità del partito. Il Pd deve essere il partito del cambiamento. Non vorrei invece che si sbagliasse approccio: il Pd, come gli altri partiti della coalizione, devono condividere la portata rivoluzionaria di questo governo”.

Il tema del rimpasto si intreccia inevitabilmente con quello del congresso del partito. Per che tipo di soluzione intendete impegnarvi?
“Io penso che questa sia l’occasione d’oro per il Partito democratico per fare il così detto Pd Sicilia. Non è più tempo per dividersi per aspettare ordini da Roma e avere un ruolo subalterno, per poi farsi venire i mal di pancia quando ci si avverte marginali rispetto alle grandi scelte del Paese”.

Insomma, lei pensa a dinamiche congressuali slegate da quelle romane. Un tipo di approccio che sembra essere condiviso anche da altre correnti del partito. Ma ci sono gli spazi per una soluzione unitaria?
“Sì, ci sono gli spazi. Partendo dai contenuti senza aspettare gli ordini del capocorrente nazionale. Questa è una mia battaglia storica, che adesso vedo matura per diventare battaglia di tutti”.

Sì, ma finché si fanno discorsi di principio è più facile trovarsi d’accordo. Quando poi c’è da scegliere un nome e cognome…
“L’identikit lo troviamo insieme se c’è la condivisione di un’idea. Ci vuole una persona autorevole, che sia in grado di battere i pugni a Roma, di partecipare alle decisioni nazionali e di confrontarsi col partito nazionale con le nostre proposte. Su questo da parte nostra non ci sono pregiudizi”.


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