In aula l’inchiesta sui servizi sociali |Comune chiede di essere parte civile - Live Sicilia

In aula l’inchiesta sui servizi sociali |Comune chiede di essere parte civile

La riserva verrà sciolta soltanto durante la prossima udienza. Nella richiesta del Comune mancherebbe tuttavia la delibera di giunta, documento ritenuto essenziale, per andare in giudizio

CATANIA – A tre mesi di distanza dall’ultimo rinvio torna in aula il processo sul cosiddetto “scandalo” dei servizi sociali. Un maxi bubbone investigativo che a cavallo tra il 2005 e il 2006 mise sotto la lente d’ingrandimento, oltre ad alcuni esponenti del Pdl, lo zoccolo duro del mondo autonomista che ruotava attorno all’ex leader Raffaele Lombardo.

Un vero e proprio “tavolino”, secondo gli inquirenti, che avrebbe gestito in maniera affaristica i fondi destinati ai più bisognosi per una somma complessiva equivalente a diverse decine di milioni di euro. L’inchiesta dei NAS dei Carabinieri di Catania tuttavia si è scontrata con la patologica lentezza delle aule giudiziarie. Tra cambi del collegio giudicante e quello dei titolari dell’accusa, si è passato dall’ex Sostituto Lucio Setola al magistrato Giovannella Scaminaci, dopo 7 anni, il processo sostanzialmente non è ancora iniziato, favorendo in maniera inesorabile per molti reati l’incalzare e in alcuni casi l’avvenuto raggiungimento dei termini di prescrizione.

Prima dell’apertura del dibattimento ai giudici (Presidente Maria Urso con a latere Santino Mirabella e Dorotea Catena) toccherà sciogliere la riserva sulle richieste di costituzione di parte civile avanzate dal Comune di Catania, dal Distretto Socio Sanitario 16 e dalla cooperativa “Artemente”. Da valutare però ci saranno anche le opposizioni dei legali dei 35 imputati, tra cui ci sono l’ex Sindaco di Catania Raffaele Stancanelli (accusato di abuso d’ufficio nel periodo in cui ricopriva la carica di assessore regionale della giunta di Totò Cuffaro) e l’ex direttore del personale del Comune etneo Carmelo Reale.

Secondo i legali Galati e Fiumefreddo per quanto riguarda la richiesta avanzata dal Comune di Catania a mancare sarebbe la delibera di giunta, documento ritenuto di fondamentale importanza per consentire all’Ente di costituirsi in giudizio. Difformità, per le difese, anche per la richiesta del Distretto Socio Sanitario 16 in cui il Comune di Catania è capofila insieme a quelli di Misterbianco e Motta Sant’Anastasia. A mancare, a detta dell’avvocato Antonio Fiumefreddo, sarebbe sia l’adesione che l’interpello dei due Comuni limitrofi. La decisione verrà sciolta nella prossima udienza. Nessuno si è invece presentato in aula per tutelare gli interessi della Regione Siciliana. Nonostante l’Ente risulti nell’elenco delle “parti offese” non è stata fatta nessuna richiesta di costituzione di parte civile.

Chiesto dal difensore dell’avvocato Antonino Novello, ll’epoca dei fatti consigliere della sezione etnea dell’Unione Nazionale Ciechi, il raggiungimento dei termini di avvenuta prescrizione. Anche su questo punto la decisione verrà presa nella prossima udienza.

 


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