Territorio, il "giallo" dei precari | Dubbi sui contratti e niente soldi - Live Sicilia

Territorio, il “giallo” dei precari | Dubbi sui contratti e niente soldi

I 36 lavoratori chiedono risposte certe sugli stipendi fermi da 11 mesi. Hanno lavorato a lungo in attesa che il contratto venisse registrato, ora nessuno si assume l'onere di pagarli. Ecco cosa c'è dietro la vertenza dei precari dell'assessorato regionale.

Protesta alla Regione
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PALERMO –  E alla fine il paradosso sfociò nella protesta. I 36 precari dell’assessorato regionale al Territorio e ambiente hanno occupato la direzione degli uffici di via Ugo La Malfa. Non hanno ricevuto un solo centesimo degli undici stipendi che gli spettano.

Ufficialmente nessuno ha spiegato loro il perché del mancato pagamento. Ufficiosamente sembra essere l’ultima tappa di un pasticcio iniziato undici mesi fa, quando i precari firmarono un contratto registrato soltanto a fine ottobre. Per due volte la Ragioneria rispedì i contratti al mittente, fino a quando non sono stati registrati sotto la responsabilità del dirigente generale dell’assessorato. Risultato: per mesi, con tanto di buste paga, di fatto i precari sono stati lavoratori “in nero” della pubblica amministrazione. Anche la Procura regionale della Corte dei Conti ha deciso di aprire un’inchiesta sulla vicenda per vederci chiaro. Ora pare che nessuno voglia assumersi la responsabilità dell’atto finale e cioè il pagamento degli stipendi.

Una vicenda iniziata, come dicevamo, il 6 febbraio scorso quando precari stati assunti dalla Regione con un contratto triennale da poco più di mille e 900 euro al mese. E hanno iniziato a lavorare senza, però, che il contratto fosse stato registrato in Ragioneria. “Tutto regolare”, avevano tagliato corto dagli uffici di via Ugo La Malfa. Di avviso opposto il dirigente capo della Ragioneria Maria Spanò, secondo cui, i contratti erano in contrasto con le normative vigenti e i decreti privi dell’indicazione fondamentale del capitolo di spesa su cui gli stessi contratti dovessero gravare.

Il tira e molla è proseguito con un ulteriore tentativo di registrazione andato a vuoto. Fino a quando è stato il dirigente generale dell’assessorato Gaetano Gullo a fare registrare i contratti sotto la propria responsabilità. Gullo ha pure chiesto che gli atti venissero inviati alla Sezione di controllo della Corte dei Conti a conferma di una procedura che ha sempre definito legittima. Solo che dalla Sezione di controllo, che analizza le questioni dal punto di vista amministrativo, hanno risposto con un “non luogo a procedere”. Come dire non è competenza nostra valutare l’opportunità o meno del registrazione.

Per andare alle origini della vertenza bisogna andare a ritroso nel tempo, quando nel 2003 la Regione decise di avvalersi della professionalità di 45 tecnici laureati con contratti di collaborazione coordinata e continuativa. A loro, in questi anni, sono state affidate, tra le altre cose, le valutazioni d’impatto ambientale e le analisi di rischio idrogeologico fondamentali per l’avvio dei cantieri pubblici e privati. Di anno in anno si è arrivati alla fine del 2012, quando un apposito disegno di legge stabiliva la proroga fino al 30 aprile 2013 anche per i 45 tecnici. Nel gennaio 2013, però, il Commissario dello Stato impugnò l’articolo che li riguardava nella parte in cui non hannoera stato specificato che i contratti di lavoro soggetti a proroga erano quelli subordinati a tempo determinato. E così i 45 Co.co.co, tagliati fuori dalla proroga, agirono contro la Regione siciliana, tentando la conciliazione presso l’Ufficio provinciale del lavoro. L’obiettivo era dimostrare che non erano stati impiegati con contratti di collaborazione, ma assunti a tempo determinato in modo da rientrare nella proroga riservata ai precari.

L’amministrazione regionale, dopo avere sentito il parere dell’avvocatura dello Stato, decise di conciliare riconoscendo quanto richiesto dai lavoratori. Una conciliazione a cui, però, non fu dato seguito, visto che nel corso del 2013 i precari non firmarono alcun contratto. E si arriva alla Finanziaria del marzo scorso. Un articolo prevedeva la copertura giuridica anche per gli ex Co.co.co. Secondo la Spanò, però, non vi potevano rientrare i precari del Territorio, nel frattempo scesi di numero a 41, perché i loro erano contratti nuovi e dunque non potevano essere stipulati. Di parere opposto l’assessorato che a febbraio fece firmare i contratti. Non registrati, però, per due volte. Alla terza, è stato il dirigente generale Gullo a fare registrare i contratti sotto la propria responsabilità. Ora è cambiato il ragioniere generale e le buste paga sono bloccate.  I lavoratori, esasperati, hanno occupato la direzione dell’assessorato.

“Esprimiamo solidarietà ai 36 lavoratori a tempo determinato dell’assessorato regionale Territorio e ambiente”, scrivono in una nota i parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle che proprio questa mattina hanno presentato una risoluzione urgente in IV commissione, votata già all’unanimità. “Si tratta di figure professionali di alta rilevanza – aggiunge il presidente della commissione Ambiente e territorio, il 5 Stelle Giampiero Trizzino – che si occupano di valutazioni ambientali, rischio idrogeologico, fondi europei e procedure d’infrazione. Abbamo già convocato i direttori dei servizi ed interloquito più volte con l’assessore Croce”. “La regione – conclude Trizzino – provveda urgentemente a sbloccare questi stipendi restituendo dignità professionale ai 36 dipendenti, consentendo dunque il normale svolgimento delle attività in assessorato; invitiamo il presidente Crocetta ad intervenire immediatamente prendendo una posizione chiara su questa vicenda”.


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